Iona (si pronuncia “Aiona”) è un’isola speciale.
Non è un caso che, in Scozia, la chiamino “l’isola sacra”.
E’ uno di quei luoghi che respiri e senti tuo, come accade con quelle persone che, anche se non hai mai incontrato, ti sembra di conoscere da sempre. In un certo senso è proprio questa la magia di Iona.
Circondata da un alone mistico e intrisa di energia e spiritualità, non appena si sbarca dal traghetto, qui si percepisce subito un senso profondo di pace.
Sull’isola di Iona opera un’alchimia che è difficile spiegare a parole.
E allora, in silenzio e in punta di piedi, vi accompagniamo per le vie dell’isola per portarvi in una dimensione senza tempo.
L’Isola di Iona, luogo di fede e di pace
La piccola isola di Iona (in gaelico Ì Chaluim Chille) è una delle Ebridi Interne, situata di fronte al Ross of Mull, sulla costa occidentale della Scozia.
E’un diamante grezzo incastonato nell’oceano Atlantico.
Lunga appena tre chilometri e larga due, ha avuto un’influenza sproporzionata rispetto alle sue dimensioni, sullo sviluppo del Cristianesimo in Scozia, Inghilterra e tutta l’Europa continentale.
E’ qui infatti che nel 563 d.C., seguito da altri 12 monaci, St. Columba giunse, fondando un monastero che trasformò quest’isola in un punto di riferimento del panorama religioso.
Il monaco irlandese, infatti, iniziò a convertire la maggior parte della Scozia pagana alla fede cristiana.
A partire dal 705 d.c., il monastero fu più volte oggetto delle incursioni vichinghe e, per questo, parte delle reliquie del santo furono trasportate a Dunkeld.
La fama di Iona come centro missionario e di cultura si diffuse in tutta Europa, trasformandolo in un luogo di pellegrinaggio anche per i secoli a venire.
Iona divenne così un’isola sacra, dove venivano sepolti i re di Scozia, Irlanda e Norvegia.
Ma chi era St. Columba?
Columba è uno dei primissimi personaggi storici scozzesi, la cui vita è documentata da diverse fonti attendibili.
Nacque tra il 521 e il 522 d.C. dalla potente famiglia degli Uì Neil, che dominava gran parte dell’Irlanda del nord. Successivamente assunse il nome di Crimthann, ma divenne noto come Columba o Colum Cille (“Colomba delle Chiesa“).
Columba fu un parroco, un poeta, un musicista, uno scrivano e uno studioso affermato.
Grazie al suo lignaggio aristocratico veniva accolto da re e nobili, ai quali era accomunato dalla stessa cultura e provenienza sociale.
Oltre a quello di Iona, Columba fondò diversi monasteri lungo la costa occidentale scozzese e a Durrow e Derry, in Irlanda.
A Iona conduceva la vita del monaco e trascorreva il suo tempo trascrivendo manoscritti, dirigendo le preghiere e le varie attività di studio assieme ai suoi seguaci.
Si racconta che abbia benedetto ogni parte dell’isola, le coltivazioni, il bestiame e la gente prima della sua morte, avvenuta il 9 giugno 597, nella penombra della chiesa.
Dopo la sua morte, il monastero si espanse: i suoi monaci fondarono altri monasteri, tra cui il più famoso era quello di Lindisfarne.
Iona divenne un esempio di sapienza e creatività.
Si ritiene che il The Book of Kells, il famoso Vangelo miniato custodito al Trinity College di Dublino, sia stato realizzato qui.
Sarebbe la testimonianza vivente delle doti artistiche dei monaci e dell’importanza storica di Iona.
Apparentemente, gli scozzesi lo rivendicano … tanto quanto l’Irlanda afferma che l’isola di Iona appartenga a loro.
Iona, Shakespeare e le tombe dei re
Per oltre 200 anni i re vollero farsi seppellire sull’isola di Iona, detta anche Icolmkillie, ovvero isola della cella di Colombano.
In tutto, qui riposano le spoglie mortali di 48 sovrani scozzesi, 4 irlandesi e 8 norvegesi.
Questa tradizione iniziò nell’860 con l’inumazione di Kenneth MacAlpin, il primo re dei Pitti e degli Scozzesi.
Nel 1057 si ritiene che anche Macbeth abbia trovato qui la sua eterna dimora, proprio accanto alla sua vittima, il re Duncan.
Shakesperare che ne era a conoscenza, a un certo punto fa chiedere a Ross: “Dov’è il cadavere di Duncan?”.
Al che Macduff risponde: “Lontano verso ovest, a Icolmikillie, il sepolcro dei suoi antenati”.
Donanld II fu l’ultimo sovrano scozzese a venire inumato qui nel 1097.
Da allora, come luogo di sepoltura dei re di Scozia, venne usata la chiesa abbaziale di Dunfermline.
Che cosa vedere sull’Isola di Iona
Per secoli fervente centro religioso, la minuscola Iona è un luogo davvero unico, che tiene fede alla sua elevata reputazione.
Nel Regno Unito è nota per la sua tranquillità, storia e bellezze naturali, che comprendono spiagge da cartolina, dolci colline e pecore e mucche delle Highlands che qui pascolano libere a proprio agio.
Con i suoi paesaggi scolpiti dal vento e dal mare, l’isola di di Iona è avvolta da un’aura speciale.
Non c’è visitatore dell’isola che non rimanga impressionato dal ritmo lento di vita e da quanto l’isola sia rilassata e rilassante.
Negli ultimi anni i ritiri spirituali sono diventati molto popolari, non solo per un fattore legato alla religione, ma semplicemente perché Iona si presta a far “riposare l’anima” e a ricaricare le batterie.
Qui si circola rigorosamente a piedi.
Nessun veicolo è ammesso sull’isola, se non con un permesso speciale.
Tuttavia, nonostante i suoi neanche 10 chilometri di superficie e soltanto 175 residenti, ce ne sono di cose da fare e da vedere a Iona.
Quest’isola scozzese è l’ideale per una gita di un giorno, sia che vi troviate sull’isola di Mull o che trascorriate alcuni giorni a Oban.
Se ne avete la possibilità, vi consigliamo di fermarvi una notte per apprezzarne il fascino autentico e godere appieno di un’atmosfera avvolgente, priva dei turisti giornalieri.
Noi che non lo abbiamo fatto, ve lo assicuriamo, ce ne siamo amaramente pentiti.
Ma da dove cominciare? Che cosa vedere?
Ecco la nostra mini-guida per non perdere nulla (o quasi) di ciò che la piccola Iona ha da offrire e respirare tutta la magia di un luogo così antico e sacro.
Il centro abitato, Baile Mor
Sull’isola di Iona, a ridosso dall’attracco del traghetto, c’è un solo “centro” abitato: Baile Mor.
In realtà, è poco più di un’unica fila di meravigliosi cottage affacciati sul mare.
Qui si trovano gli uffici pubblici, la chiesa, la scuola, il principale hotel dell’isola, un ristorante e diversi negozietti di souvenirs e artigianato locale.
Da qui, una volta sbarcati nel piccolo villaggio che fa da porto, il percorso di visita – rigorosamente a piedi -, è quasi obbligato.
Convento di monache agostiniane
Senza mai perdere di vista il mare, a pochi minuti dal porticciolo, si percorre la dolce breve salita fino alle rovine della Nunnery, il Convento di monache agostiniane.
Risalente al XIII secolo, si ritiene sia stato fondato contemporaneamente all’abbazia.
Mentre i monaci benedettini davano nuova vita all’abbazia, le monache agostiniane vivevano in pace e spiritualità a pochi metri di distanza.
In gaelico, il convento era noto come An Eaglais Dhubh (la chiesa nera), forse chiamato così per via delle vesti nere indossate delle suore.
Il convento è rimasto in attività sino all’epoca della Riforma protestante.
I resti mostrano come dovevano apparire la chiesa del convento – e l’abbazia – nel 13 ° secolo.
Passeggiando tra le rovine e curiosando qua e là, noterete che le parti meglio conservate della chiesa si trovano sul lato nord e ovest.
Ad esempio, il chiostro oggi è occupato da un incantevole giardino.
Iona Heritage Centre
Lo Iona Heritage Centre, situato nell’ex casa parrocchiale, ospita una mostra sulla storia sociale dell’isola negli ultimi 200 anni, comprese le Clearances, ovvero le espulsioni dei piccoli coltivatori che, alla metà dell’Ottocento, quasi dimezzarono la popolazione di Iona, che contava allora 500 abitanti.
Uno dei reperti più interessanti è la poppa appartenete alla Guy Mannering, una nave postale della tratta New Yor-Liverpool che affondò nel 1865.
Si tratta di una delle circa venti imbarcazioni che si ritiene siano affondate nelle acque circostanti in quell’epoca.
Che sia solo per un drink nella caffetteria più civettuola dell’isola o per scoprire qualcosa di più sulla storia locale, l’Heritage Centre è uno luogo interessante che merita una sosta.
MacLean Cross
Lungo la strada che conduce all’Abbazia di Iona, in una curva subito a sud della casa parrocchiale e della chiesa, si erge la MacLean’s Cross.
Questa croce celtica fu costruita alla confluenza di tre strade medievali intorno al 1500.
Molto probabilmente i pellegrini che salivano dal molo si fermavano qui per dire una preghiera, prima di recarsi all’Abbazia di Iona e al Santuario di Santa Columba.
La croce MacLean è alta 3 metri ed è abbondantemente decorata su entrambi i lati con nodi celtici e armoniosi intagli trifogliati che contraddistinguono la scuola di Iona.
La parta alta è scolpita con due animali (sul lato est) e la scena della crocifissione (sul lato ovest).
Alla base vi è la figura di un guerriero armato: forse il capo del clan MacLean, che potrebbe aver commissionato la croce.
L’Abbazia di Iona
E finalmente siamo arrivati al pezzo forte della nostra visita.
Se l’isola di Iona è conosciuta come “la culla del cristianesimo in Scozia“, in gran parte il merito è proprio dell’abbazia.
Indubbiamente l’antica Iona Abbey è il luogo di principale interesse e il cuore spirituale dell’isola.
Precisiamo subito, però, che nessun edificio del tempo di St. Columba è rimasto in piedi.
L’attuale abbazia risale all’arrivo dei benedettini che vi si stabilirono intorno al 1200, per poi essere modificata e ampliata nei secoli.
Parti stesse del monastero furono praticamente ricostruite all’inizio del XX secolo, ma conservano ancora l’atmosfera di santità che avrebbe dovuto regnare nella chiesa e nel chiostro nel Medioevo.
La Chiesa Abbaziale
La prima cosa che ci colpisce è la posizione del complesso abbazziale.
Iona Abbey è vicinissima al mare, in piano e aperta su tutti i lati, quasi a ricordare la funzione originaria dell’abbazia, quale centro di irradiazione delle fede nel mondo.
La chiesa abbaziale, restaurata nel 1910, è un edificio gotico del XIII-XIV secolo a pianta cruciforme.
L’interno ad una sola navata con transetto e profondo coro, è raccolto e suggestivo.
Il transetto nord è l’unica parte sopravvissuta del primo edificio; la crociera è per lo più quattrocentesca.
Alle pareti e nelle nicchie si vedono lapidi e monumenti funebri di epoche diverse, tra cui spicca, nel transetto sud, quello in marmo bianco dell’ottavo duca di Argyll e della moglie Ina.
L’effigie più raffina tra quelle del periodo antecedente la Riforma è quella di MacKinnon, l’ultimo abate di Iona, che morì intorno al 1500 e ora riposa sul lato sud dei gradini del coro.
Il Chiostro
Senza nulla togliere al resto, a nostro avviso, però, la parte più bella dell’Abbazia di Iona è il Chiostro.
Per ragioni igieniche, contrariamente alla norma, questo si trova sul lato nord della chiesa, là dove evidentemente c’era l’acqua corrente.
Interamente ricostruito alla fine degli anni Cinquanta, è un luogo inondato di silenzio e di luce che ospita oggi numerose pietre tombali medioevali.
Al centro del chiostro, in origine, sembra potesse esserci stato un c.d “albero della vita”, simbolo cristiano di tutte le cose buone che provengono da Dio.
Oggi vi è una scultura moderna, opera dell’artista lituano Jacques Lipchitz ed intitolata “Discesa dello Sipirito“.
La Cappella e il Cimitero di San Orano
Accanto al sito dell’abbazia, e precisamente alla sua destra, vale la pena di fermarsi un attimo a visitare la Cappella e il cimitero di San Orano (in gaelico Rèilig Odhrain).
La semplice cappella dedicata a San Orano, del XII secolo, è la costruzione più antica di tutta l’isola di Iona.
La leggenda narra che la cappella originaria avrebbe potuto essere ultimata solo grazie a dei sacrifici umani.
Oran uno dei monaci più vecchi del gruppo di Columba, si offrì volontario facendosi seppellire vivo, ma quando alcuni giorni dopo, la sua tomba venne aperta si scoprì che era sopravvissuto alla prova, e la cappella potè essere ultimata.
A quel punto però Oran dichiarò che aveva visto l’inferno e che non era poi tanto male.
Per questo fu subito riseppellito per blasfemia.
La cappella sorge al centro del Reilig Odhrain, il cimitero in cui si dice sia sepolti oltre 60 re di Scozia, Norvegia e e Irlanda. Tra questi anche Kenneth MacAlpin, Malcom I, Duncan I, il famoso Macbeth e Donald III.
Sfortunatamente, nessuna di queste tombe è identificabile, poiché alla fine del 17 ° secolo le loro iscrizioni erano già logore.
Le più belle tra le lapidi e le effigi medioevali che una volte erano nel cimitero sono state trasferite nell’Abbey Museum e in altri posti all’interno del complesso.
La Strada dei morti
Avvicinandosi all’Abbazia, partendo dalla biglietteria, s’incrocia il tratto lastricato della suggestiva Street fo the Dead, la Strada dei morti.
Gli enormi ciottoli in marmo rosso servivano a collegare l’Abbazia al porto del villaggio, Martyr’s Bay.
Questa è l’unica sezione di quella strada ancora visibile.
Ed era lungo la Street of the Dead che le bare dei re venivano trasportate, prima della sepoltura, nella Cappella di San Orano.
St. Columba’s Shrine e la Collina dell’abbate
Prima di entrare nell’abbazia ricordatevi di dare un’occhiata anche all’interno della St. Columba’s Shrine, la Tomba di San Columba, una piccola cappella dai tetti spioventi a sinistra dell’entrata principale.
Si crede che Columba originariamente sia stato sepolto qui, prima che le sue spoglie venissero traslate in Irlanda. Altri invece, ritengono che fosse stato sepolto sotto il monticello roccioso ad ovest dell’abbazia chiamato, la Collina dell’abate, Torr an Aba.
In realtà sembra più verosimile che là dove ora sorge la collinetta, si trovasse la capanna dove il santo scriveva, tenendo d’occhio i suoi monaci.
Le altre Croci celtiche
Fuori dall’Abbazia, sul ciglio della strada, si può ammirare la St Martin’s Cross.
Non è l’unica, perché in verità a Iona ci sono resti di quattro antiche croci: oltre a quella di San Martino, c’è quella dedicata a San Matteo, San Giovanni e San Orano.
Probabilmente venivano utilizzate come segnali per i pellegrini che avanzavano lungo il percorso verso il santuario di St. Columba.
Nelle vicinanze si trova una copia della croce di San Giovanni.
L’originale St John’s Cross, oltre alla ricostruita St Oran’s Cross e St Matthew’s Cross, fanno parte di un’impressionante nuova mostra nell’Abbey Museum, riaperta a giugno 2013.
Solo la croce di San Martino – realizzata tra il 750 e l’800 – è completa e si trova ancora sul sito originale.
E’ ricoperta di immagini bibliche: Maria e Gesù bambino,Daniele nella fossa dei leoni e il sacrificio di Isacco.
I monaci di Iona avevano infatti una particolare devozione per San Martino.
Il santo era un soldato romano nel 4 ° secolo, ma ebbe una visione di Cristo e divenne un obiettore di coscienza. Divenne vescovo di Tours, ma continuò a vivere una vita di austerità tra gli eremiti che abitavano nelle caverne.
San Martino rappresentava quindi un ideale religioso per i monaci di Iona: ricopriva una posizione importante nella Chiesa, pur conducendo una vita di povertà e semplicità.
Dun I, la Collina di Iona
Superata l’Abbazia di Iona, in direzione nord dell’isola, potete prendere il sentiero che conduce alla cima di Dun I, il punto più alto dell’isola.
Questa collina si trova a 101 metri sul livello del mare e offre favolose viste che spaziono a 360 gradi.
“Dun” è una parola gaelica che sta per collina, e “I” per Iona.
“La collina di Iona” è un luogo di pace da cui è possibile vedere l’intera isola.
In una giornata limpida si riescono persino a vedere anche le altre isole Ebridi, ad esempio le isole Treshnish, Tiree o Coll e in alcuni casi persino quelle più lontane di di Rhum, Eigg e Skye.
Il Pozzo dell’eterna giovinezza
Vicino a Dun I c’è pure The Well of Eternal Youth, il pozzo dell’eterna giovinezza, una sorta di piscina naturale formatasi nella fenditura delle rocce. Questo luogo viene associato a Brigida d’Irlanda, la santa del VI secolo.
E non è un caso.
In effetti, Iona è una delle tante isole delle Ebridi, e dovete sapere che in gaelico “Hebrides” significa proprio, “The Islands of Bride“, ovvero “Isole della Sposa (o Brigida)“.
Secondo una delle leggende degli antichi miti celtici Brigida visiterebbe Iona a mezzanotte nel solstizio d’estate.
Si dice che benedica le acque di questa piccola piscina naturale per dare loro proprietà curative.
Per questo molti i pellegrini spesso lavano il viso in questo stagno o ne sorseggiano le acque, nell’auspicio di dare una svolta di fortuna alla propria vita.
Le spiagge di Iona
Passeggiare per Iona e godere del silenzio, interrotto solo dal rumore del vento e dei propri passi sulla sabbia, è una delle esperienze “mistiche” che non dovete assolutamente farvi mancare.
Le spiagge di Iona sono assolutamente magnifiche e le acque che le circondano hanno uno splendido colore color acquamarina.
In una giornata di sole (sigh!), queste incredibili spiagge di sabbia bianca, lambite da acque turchesi, vi faranno pensare di essere ai Caraibi e non in Scozia.
Purtroppo per noi, sul più bello, sono arrivati alcuni nuvoloni neri e ha iniziato a piovere.
Siamo così riusciti a vederne, in buona parte sotto una pioggia battente, solo un paio.
In ogni caso, se volete prendere nota, queste sono alcune delle migliori spiagge dell’isola di Iona.
Martyr’s Bay
Martyr’s Bay è la spiaggia che si trova subito a sinistra del porto quando si arriva sull’isola di Iona.
Si tratta di una bellissima spiaggia di sabbia, che offre splendide viste sull’isola di Mull ed Erraid.
Quest’ultima era famosa per essere la dimora estiva dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson.
Il memoriale di granito che si trova sulla spiaggia è in memoria della dozzina di uomini del posto uccisi nel corso della prima e della seconda guerra mondiale.
Camus Cuil an t-Saimh
La traduzione del nome gaelico di questa spiaggia è “la baia dietro l’oceano“.
È una spiaggia lunghissima che si estende a perdita d’occhio. È uno dei luoghi più belli da vedere a Iona e si trova ad ovest dell’isola.
Dal traghetto, per arrivare, occorre girare a sinistra e seguire la strada costiera che alla fine porta a destra su per la collina. Alla fine della strada attraversate il cancello e, oltre il machair, la baia dietro all’oceano si staglierà davanti ai vostri occhi.
Baia di St Columba
E’ una grande spiaggia non di sabbia, ma di ciottoli con un bel prato ideale per prendere il sole (se sarete più fortunati di noi) o fare un picnic.
La leggenda narra che San Colombano sarebbe sbarcato su questa baia nel 563 d.C.
In verità sembra improbabile dal momento che ci sono molte altre spiagge dove sarebbe stato più facile sbarcare.
Per arrivare dovete seguire le indicazioni sino alla spiaggia di Camus Cuil an t-Saimh, e da lì procedere in direzione sud verso il sentiero oltre la collina.
Traigh Ban Monach
Un’altra delle spiagge più belle a nord dell’isola di Iona è Traigh Ban Nam Monach, che in gaelico significa “la spiaggia di sabbia bianca dei monaci“.
Dal terminal dei traghetti, dovrete girare a destra, attraversare il convento e oltrepassare l’Abbazia, proseguendo lungo la strada fino a raggiungere questa scintillante spiaggia di sabbia bianca.
Traigh an t-Suidhe
La spiaggia più settentrionale dell’isola di Iona, Traigh an t-Suidhe, Beach of the Seat, ha colori caraibici se la si visita in una giornata di sole.
La sua sabbia bianca contrasta fortemente con il blu turchese dell’acqua.
Se non fosse per il vento, le pecore e, nel nostro caso la pioggia, non vi sembrerà nemmeno di essere in Scozia.
Seguite le indicazioni per Traigh Ban e continuate a camminare verso ovest, oltre il promontorio nord, rimanendo sul machair, fino alle splendide sabbie bianche di Traigh an t-Suidhe.
Come arrivare a Iona
Iona è accessibile solo partendo dall’isola di Mull oppure, dalla terraferma, da Oban.
Per cui se soffrite il mal di mare rassegnatevi: bisogna per forza di cose prendere almeno un traghetto.
Ci sono diversi percorsi o alternative per arrivare a Iona e sta naturalmente a voi scegliere l’opzione più adatta al vostro itinerario ed esigenze di viaggio.
Nel nostro caso, ad esempio, ci trovavamo già su Mull, isola quest’ultima che, a differenza di Skye, è anch’essa accessibile solo via mare.
Come arrivare a Iona da Mull
A Mull i traghetti diretti all’isola Iona partono da Fionnphort, che si trova sulla punta sud-ovest dell’Isola di Mull.
Non è necessario prenotare i biglietti; tra l’altro non è nemmeno possibile acquistarli online.
Basta presentarsi all’imbarco e comprarli alla biglietteria o direttamente sul traghetto.
Per coloro che arrivano sino ad Fionnphort con la propria auto c’è un parcheggio a pagamento proprio vicino al molo e uno gratuito, cui si arriva svoltando sulla sinistra prima di arrivare al porto.
Il viaggio per Iona è breve e dura solo 10 minuti.
D’estate, durante la giornata, i traghetti partono più o meno ogni mezz’ora.
Per gli orari, però, verificateli sempre e direttamente sul sito di Caledonian MacBrayne, la compagnia gestisce il servizio di traghetto da Mull per l’isola di Iona.
Come arrivare a Iona da Oban
Se non soggiornate sull’isola di Mull e volete comunque visitare Iona con una gita di un giorno, le alternative non mancano.
Potete innanzitutto prendere il traghetto che da Oban vi farà sbarcare a Craignure, il porto principale sull’isola di Mull.
In questo caso, in particolar modo d’estate, ricordatevi assolutamente di prenotare il traghetto per tempo.
Da Craignure, se non viaggiate con la vostra auto, potete spostarvi prendendo l’autobus 496 che da Craignure vi porterà sino a Fionnphort, all’imbarco per Iona.
Ci sono, inoltre, diverse compagnie che organizzano tour giornalieri che partono dal porto di Oban e, in poche ore, vi permettono di visitare anche l’isola di Iona.
Offrono vari pacchetti turistici, che possono essere prenotati in anticipo: è possibile scegliere se visitare solo Mull e Iona o visitare altre “attrazioni” come l’isola di Staffa e le isole Treshnish
Ve ne segnaliamo alcune, rinviandovi naturalmente per i dettagli e maggiori informazioni ai rispettivi siti web.
- Staffa Tours: partendo da Oban questa compagnia privata organizza diverse gite di un giorno. Una di queste consente di scoprire le meraviglie di ben tre isole scozzesi: Iona, Mull e Staffa. Il tour dura circa 10 ore e le escursioni partono ogni giorno da aprile ad ottobre.
- West Coast Tours: anche questa compagnia parte da Oban e ha diverse proposte. E’ possibile scegliere tra il “Three Isles Tour”, che in 10 ore offre un assaggio di Mull, Iona e Staffa, oppure il più economico “Mull e and Iona Tour”, che dura circa 8 ore .
- Calmac: in collaborazione con West Coast Tours, anche Caledonian MacBryne, partendo ogni giorno dal porto di Oban, vi porta sull’isola di Iona.
- Seafare Adventures: ecco un tour giornaliero a bordo di un gommone per gli amanti dell’ornitologia e del birdwtchinh. Parte da Easdale, a sud di Oban, permente di visiatre Iona e Staffa, e fino a luglio di vedere la colonia di pulcinelle di mare che vive nell’area. Viene di regola organizzato una volta a settimana, solitamente il mercoledì.
Eccoci arrivati alla fine della nostra mini-guida su cosa vedere a Iona. E tu hai già visitato quest’isola? Hai domande o curiosità? Lascia un commento!
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