Quali sono i simboli e le icone scozzesi che, appena li vediamo, ci riportano subito in Scozia?
Dal cardo all’unicorno, dal kilt alle cornamuse, ecco una breve guida per conoscere storia, curiosità e significato di alcuni dei più iconici simboli scozzzesi.
10 Simboli tutti scozzesi
Ogni paese ha dei simboli, degli emblemi che lo identificano e ne richiamano lo spirito e l’orgoglio nazionale.
Quando si pensa alla Scozia, sicuramente vengono subito in mente cornamuse e kilt.
Ma la verità è che ci sono molti altri simboli scozzesi che sono fortemente associati all’identità scozzese e che forse ancora non conoscete.
In questo articolo ne abbiamo selezionato 10.
Ma sapete cosa c’è davvero dietro a questi i simboli ed icone della nazione scozzese? Qual’è la loro origine? Quali gli aneddoti ad essi collegati?
Siamo sicuri che la prossima volta che andrete in Scozia li guarderete tutti con occhi diversi.
1. Il cardo
Il cardo è sicuramente uno dei simboli più famosi della Scozia.
Lo è sin dal regno di Alessandro III, che fu probabilmente il primo monarca a usare l’umile pianta come emblema. Anche se, in verità, il primo uso storicameante attendibile del cardo lo si ritrova sulle monete d’argento emesse nel 1470 da Giacomo III.
Tra l’altro col tempo è diventato pure l’emblema del più importante ordine cavalleresco scozzese, l’Ordine del Cardo appunto, e compare anche nello stemma reale.
Ma per quale ragione un popolo fiero come gli scozzesi ha scelto il cardo come simbolo della nazione?
La verità è che nessuno lo sa.
Ci sono, tuttavia, varie teorie su come il cardo sia diventato un’icona per il popolo scozzese.
La versione più diffusa è quella che lo ricollega ad uno scontro tra scozzesi e vichinghi.
Può darsi che questa battaglia sia stata quella di Largs, avvenuta nell’anno 1263.
Si dice che i nordici si preparassero ad attaccare di notte un campo scozzese e che, per non farsi scoprire, si fossero tolti le scarpe.
Fu così, che i vichinghi iniziarono a camminare a piedi nudi, ignari del fatto che stavano per entrare in un campo pieno di cardi. Calpestando questa pianta, che come sapete è piena di spine, le grida dei Vichinghi echeggiarono in tutto il campo, allertando gli scozzesi che, alla fine, riuscirono a vincere la battaglia e sconfiggere l’esercito nordico.
Questo è il motivo per cui si dice che il cardo “protettore” abbia salvato le vite di quegli scozzesi e, per questo, sia stato poi adottato come simbolo nazionale.
La leggenda non ha alcun fondamento storico e non può essere provata.
Ma di sicuro la pianta del cardo riflette certamente l’atteggiamento pungente degli scozzesi nei confronti di chi voleva sottometterli.
Il cosiddetto “cardo custode” è anche all’origine del motto nazionale scozzese: “Nemo me impune lacessit“, che si traduce come “Nessuno mi offende impunemente”.
Oggi il cardo selvatico lo si ritrova su bandiere, scudi o monete e, ovviamente, in tutti i tipi di souvenir.
2. L’erica
Il cardo tuttavia non è l’unica pianta che ci ricorda la Scozia: c’è anche l’erica.
A livello simbolico non è un emblema nazionale al pari del cardo. Ma sicuramente, chi ha avuto occasione di visitare le Highlands d’estate sa benissimo che il ricordo più vivido che porterà a casa è quello del viola delle sue colline.
Come qualsiasi altro simbolo scozzese, anche la pianta di erica ha la sua buona dose di leggende.
Vi raccontiamo quella più romantica e che ci piace di più.
Come sapete l’erica scozzese è solitamente viola.
Tuttavia esiste anche una varietà molto più rara: l’erica bianca.
La leggenda narra che nel III secolo d.C. Malvina, figlia del leggendario poeta scozzese Ossian, fosse promessa sposa ad un guerriero celtico di nome Oscar.
Purtroppo il giovane fidanzato morì tragicamente in battaglia, e non appena lo venne a sapare a Malvina si spezzò il cuore. Il messaggero che aveva ricevuto l’incarico di informarla della triste notizia, le consegnò un mazzetto di erica viola. Glielo inviava Oscar come segno del suo amore eterno per lei.
Si dice che quando le lacrime di Malvina caddero sui fiori viola che teneva in mano, questi diventarono immediatamente bianchi.
Ancora oggi, l’erica bianca è considerata una pianta fortunata, soprattutto per le spose, e per questo viene spesso inserita nei bouquet.
3. Il tartan e il kilt
Quando pensiamo agli scozzesi, è inutile negarlo, ce li immaginiamo sempre vestiti con il tradizionale kilt.
Questo capo di abbigliamento è uno dei simboli più riconoscibili della Scozia e di cui gli scozzesi sono particolarmente orgogliosi.
Per realizzare il kilt viene utilizzato un tessuto di lana chiamato tartan .
Questo tessuto è costituito da più bande orizzontali e verticali, di diversi colori, che si intrecciano tra loro formando un insieme di quadrati.
All’inizio, l’uso di motivi e colori scozzesi diversi serviva a differenziare le persone di classi sociali diverse, poiché non tutti i coloranti avevano lo stesso prezzo.
Successivamente, i colori vennero associati a determinate famiglie e clan, un’idea che è sopravvissuta fino ad oggi.
La verità però è che il kilt come lo conosciamo oggi è “un’invenzione” moderna.
In passato, un kilt consisteva in un panno molto ruvido, una sorta di plaid lungo fino a 5 metri, che la persona legava intorno alla vita, gettando il tessuto in eccesso sulla spalla.
Fu soltanto in epoca vittorina che il kilt, il cui uso sotto re Giorgio II d’Inghilterra dall’anno 1745 al 1782 era stato addirittura vietato, cominciò ad assumere la foggia a noi nota.
Oggi ci sono versioni molto più semplificate di quei kilt. Vengono utilizzati anche materiali e tessuti che emulano il tartan, ma sono realizzati con altri tipi di tessuti.
Il kilt è normalmente indossato per occasioni speciali. Di solito ai matrimoni, molti degli uomini indossano un kilt.
4. Le cornamuse
La sentite quella musica che risuona nell’aria? E’ il suono di una cornamusa, lo strumento nazionale della Scozia.
Nessuno strumento potrebbe rappresentare e riprodurre meglio la musica delle Highlands.
Molti però pensano che anche le origini di questo strumento siano scozzesi.
Ma la verità è che, nonostante il forte connubio con la Scozia, la cornamusa è uno strumento molto antico che affonda le sue origini nell’antico Medio Oriente.
Le cornamuse probabilmente arrivarono in Gran Bretagna soltanto con l’invasione romana del 43 d.C. e furono gradualmente riprese come tradizione inglese.
In Scozia i primi riferimenti scritti affidabili risalgono al XV secolo.
Allora come ha fatto questo antico strumento ad essere così fortemente associato alla Scozia?
La storia della musica scozzese ci dice che sin dal XVI secolo le cornamuse erano considerate uno strumento di guerra. E ciò sia perchè erano facilmente trasportabili, ma anche perchè il loro suono era particolarmeente emozionante.
Sui campi di battaglia, le cornamuse avevano l’effetto di incoraggiare e stimolare l’esercito e diffondere il terrore tra i soldati nemici.
Il suono della cornamusa scozzese è così diventato sinonimo di forza, coraggio ed eroismo.
Ed è per questo motivo che le cornamuse sono diventate uno dei simboli più importanti del patrimonio scozzese, divenendo parte integrante di musica e cultura.
Negli anni poi la cornamusa ha acquisito una serie di sfumature nei suoi suoni.
Ma il timbro e il tono di oggi è merito degli artigiani e dei musicisti delle Highlands.
Ogni agosto i suonatori di cornamuse provenienti da tutto il mondo si riuniscono a Glasgow per i campionati del mondo.
Questa competizione dura una settimana e mette in mostra i migliori suonatori.
5. L’unicorno
Lo sapete che l’unicorno è l’animale nazionale della Scozia? Sì è proprio così.
Fateci caso. Quando vedete una “Mercat Cross”, un antico simbolo di commercio e prosperità per molte città scozzesi come ad esempio Edimburgo, Culross, Dunfermline e Falkland, guardate in alto.
Vedrete che in cima troverete sempre la statua di questo mitologico animale.
Ma perchè è stato scelto proprio un unicorno?
Gli unicorni nella mitologia del Medioevo rappresentavano la dignità, l’innocenza e la purezza.
La leggenda dice anche che le loro corna possono purificare l’acqua avvelenata, tanto potente è il loro potere curativo.
Potrebbero essere catturati, in teoria, solo usando una ragazza vergine come esca.
L’unicorno, per natura, è un animale che si sente a suo agio solo con un innocente.
Diversamente, non potrebbe mai essere sconfitto e catturato.
In Scozia, secondo il folklore celtico, l’unicorno simboleggia proprio questa forza e la volontà degli scozzesi di essere sempre liberi.
Utilizzato per la prima volta sullo stemma reale da Guglielmo I nel XII secolo, da allora, l’unicorno è divenuto uno dei simboli scozzesi più popolari.
Nel XV secolo, il re Giacomo III coniava monete d’oro con l’unicorno.
Nel 1603, quando la Scozia e l’Inghilterra furono unificate sotto Giacomo VI di Scozia, le armi reali scozzesi includevano due unicorni come sostenitori.
Quando poi Giacomo VI divenne Giacomo I d’Inghilterra e d’Irlanda, sostituì l’unicorno a sinistra con un leone, l’animale nazionale dell’Inghilterra, per dimostrare che finalmente i due paesi erano davvero unificati.
6. Il Saltaire
“Saltire” è il nome dato alla bandiera nazionale della Scozia.
In realtà è un termine araldico per indicare qualsiasi croce a forma di X.
La bandiera nazionale della Scozia deve infatti il proprio nome a questa forma, ovvero ad una croce bianca su sfondo blu, la croce del martire cristiano Sant’Andrea.
Da qui deriva pure il nome più comune con cui viene indicata la bandiera scozzese, Croce di Sant’Andrea, il santo patrono della Scozia, che fu crocifisso su tale croce nel I secolo d.C. .
Questa bandiera è considerata una delle bandiere più antiche del mondo e la più antica bandiera nazionale in uso oggi.
Secondo la leggenda, il saltire blu e bianco ripreso sulla bandiera apparve come un simbolo mistico durante una battaglia che, nell’anno 832 d.C., contrapponeva scozzesi e pitti contro gli Angli.
La notte prima della battaglia, re Angus II, il leader scozzese, pregò Sant’Andrea di concedergli la vittoria.
La mattina dopo, il re e i suoi uomini videro una croce bianca di nuvole che spiccava in un cielo azzurro perfettamente limpido. Prendendolo come segno di un sostegno divino, l’esercito celtico fu spronato alla vittoria e in segno di gratitudine, Angus dichiarò Sant’Andrea il santo patrono della Scozia.
E la Croce di Sant’Andrea da allora divenne la bandiera nazionale della Scozia.
È forse il più antico dei simboli scozzesi.
La Croce di Sant’Andrea fu incorporata nella bandiera del Regno Unito dopo l’Atto di Unione con l’Inghilterra nel 1704.
7. Il Leone rampante
In verità c’è un’altra bandiera che simboleggia abitualmente la Scozia: il leone rampante.
Chiamato anche Royal Standard of Scotland, è infatti lo stendardo reale della Scozia, ovvero la bandiera usata storicamente dal re di Scozia.
L’origine di questo simbolo non è molto chiara
Si ritiene che questa bandiera sia stata utilizzata dai re di Scozia probabilmente dal 12° secolo durante il regno di Guglielmo I, noto pure come Guglielmo il Leone, fino al 1603 e l’Unione dei regni d’Inghilterra e Scozia.
L’uso di questa bandiera, tuttavia, è ufficialmente limitato da una legge del Parlamento scozzese del 1672.
Il leone rampante è normalmente riservato al sovrano scozzese, è di proprietà della regina e il suo uso non autorizzato è illegale. Solo poche persone sono autorizzate a usarlo, come ad esempio il primo ministro scozzese o Lord Lyon. Nel 1934, re Giorgio V permise l’uso del leone rampante come prova di lealtà.
La si trova abitualmente esposta oggi sulle residenze reali in Scozia, vale a dire l’Holyrood Palace a Edimburgo e il Castello di Balmoral, quando la regina non risiede lì ed è anche usato da alcuni importanti funzionari che rappresentano la Scozia all’estero.
Oggi inoltre, l’uso è consentito anche in occasione di eventi sportivi internazionali, perché simboleggia insieme al Saltire, la Scozia e la fedeltà degli scozzesi al loro sovrano.
8. Loch Ness
Impossibile nominare la Scozia e non pensare a Loch Ness .
Il mostro di Loch Ness è una delle leggende più famose del paese.
In questo lago di acqua dolce delle Highlands scozzesi, uno dei più grandi e più profondi specchi d’acqua del Regno Unito, si nasconderebbe questa grande creatura leggendaria nota come Nessie.
Viene descritta come lunga, sottile e di colore verde, con una serie di gobbe nere e una coda e una testa simili a quelle di un serpente.
Il primo riferimento scritto al mostro di Loch Ness si ritrova nella biografia di San Colombano, il missionario irlandese famoso per aver introdotto il cristianesimo in Scozia.
Secondo questo racconto, nel 565 d.C., Columba era in viaggio per visitare un re dei Pitti quando si fermò lungo la riva di Loch Ness. Vedendo una grossa bestia marina in procinto di attaccare un uomo che stava nuotando nel lago, Columba alzò la mano, invocando il nome di Dio e ordinò al mostro di fermarsi.
La bestia obbedì e il nuotatore fu salvato.
Con più avvistamenti, ma nessuna prova concreta, da anni si assiste ad un ampio dibattito sulla sua esistenza.
La teoria più probabile è che il mostro di Loch Ness altro non sia/fosse un’anguilla gigante.
Ciò nonostante che il mostro esista o meno, resta il fatto che, in un viaggio in Scozia, un giretto a Loch Ness non può mancare.
9. Il whisky
Qualcuno ha detto whisky? Quando si parla di Scozia non si può non parlare di whisky e quando si parla di whisky non si può non parlare di Scozia.
In Scozia il whisky è un emblema. Si potrebbe quasi dire che sia il prodotto nazionale ed è per questo che non può certo mancare tra i simboli scozzesi.
La distillazione del whisky è una tecnica che è stata perfezionata generazione dopo generazione.
L’acqua dei ruscelli che scende dalle colline scozzesi funge da base per la lavorazione.
L’orzo dorato che abbonda nei campi scozzesi viene sciolto con l’acqua in modo che attraverso un lento processo di maturazione in botti di rovere invecchi per decenni.
Indubbiamente in Scozia il whisky è una vera istituzione, una delle icone più rappresentative del paese, a patto però che sia scotch whisky.
Lo Scotch Whisky Act del 1988 definisce le caratteristiche che un vero whisky deve avere e proibisce anche la produzione in Scozia di whisky che non sia scotch.
Cosa vuol dire? Significa che la produzione e la fermentazione debbono avvenire solo ed esclusivamente in Scozia, utilizzando orzo maltato.
E così anche la stagionatura deve compiersi in botti di rovere che non possono contenere più di 700 litri di liquido, per una durata non inferiore ai 3 anni.
La distillazione, inoltre, deve avvenire ad una gradazione alcolica in volume inferiore al 94,8 per cento, senza aggiunta di altri ingredienti se non, oltre all’acqua, il caramello.
In Scozia ci sono alcune alcune zone di produzione di whisky ben definite, sebbene in ciascuna area ogni distilleria abbia poi la propria peculiarità.
Forse lo Speyside Whisky Trail è uno dei percorsi più popolari.
Ma la verità è che i veri amanti del whisky sono sempre alla ricerca dei sapori più originali che a volte si trovano nelle piccole distillerie meno conosciute.
10. L’haggis
Se il whisky in Scozia è la bevanda nazionale, il piatto della tradizione e delle tavole scozzesi è certamente l’haggis.
Se ancora non sapete di cosa si tratta e non lo avete ancora assaggiato non fatevi intimorire dalla descrizione.
Perchè è proprio vero che l’abito non fa il monaco, tanto più per l’haggis che vi assicuriamo è squisito.
Di fatto è un insaccato a base di interiora di pecora. Nello specifico, cuore, fegato e polmoni di pecora vengono macinati assieme a cipolla, grasso di rognone, farina d’avena, sale e spezie.
La tradizione vuole che il ripieno venga insaccato nello stomaco dell’animale, pronto poi per essere bollito all’incirca per tre ore.
L’haggis viene solitamente servito con purè di patate e rape (haggis, neeps and tatties), e a dare poi il tocco finale, è sempre una deliziosa salsina a base di whisky.
Questo piatto scozzese è diventato popolare grazie a uno dei poeti più famosi della Scozia: Robert Rabbie Burns.
E’ in suo onore che il 25 gennaio di ogni anno si celebra la Burns Night.
Nel corso di questa cena, che assomiglia quasi ad una cerimonia, l’haggis è l’indiscusso protagonista della serata.
A buona ragione, dunque, può rientrare nell’elenco dei simboli scozzesi.
E ora tocca a te!!! Conosci altri simboli o icone scozzesi che non abbiamo menzionato in questo articolo? Scrivilo qui sotto, lasciando un commento.
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