Il Royal Mile è la strada più famosa ed importante di Edimburgo.
Lunga 1,8 chilometri, è l’arteria principale della città, che collega il Castello di Edimburgo con il Palazzo di Holyroodhouse.
Ma cosa vedere lungo il Royal Mile?
Scropritelo insieme a noi, ripercorrendolo, passo passo, con la nostra guida completa.
Alla scoperta del Royal Mile
Difficile, se non impossibile, visitare la capitale della Scozia senza percorrere il Royal Mile di Edimburgo, almeno una volta.
Fare una passeggiata lungo la via più conosciuta e turistica della Old Town è, senza dubbio, una delle cose migliori da fare e vedere ad Edimburgo.
Si tratta di un’attrazione storico-culturale a cielo aperto che chiede solo di essere esplorata.
Qualche cenno storico sul Royal Mile
Già nel 1724 Daniel Defoe la descriveva come “la strada più ampia, più lunga e più bella per i suoi edifici e il numero di abitanti, non solo della Gran Bretagna, ma di tutto il mondo“.
Questa arteria stradale, che collega il Castello di Edimburgo con l’imponente Palazzo di Holyroodhouse, deve il nome proprio alla sua lunghezza (pari a circa 1.814,20 metri), ovvero “il miglio scozzese“, una vecchia unità di misura poco conosciuta al di fuori della Scozia.
Quasi tutti gli eventi storici più significativi di Edimburgo hanno visto il Royal Mile protagonista, già a partire dalla nascita stessa della città.
Edimburgo, il cui nome deriva dalla parola gaelica “Dun Eidyin” (che signica fortezza sulla collina), deve la propria esistenza a Castle Rock, una collina di origine vulcanica erosa dai ghiacciai, oltre 325 milioni di anni fa.
Ed il Royal Mile altro non è che la coda dei detriti vulcanici che sono corsi giù dalla collina per circa 1700 metri o, meglio, per un miglio e 107 iarde.
Per secoli gli abitanti di Edimburgo si sono concentrati nel Royal Mile e nei numerosi e angusti closes che si susseguono lungo entrambi i lati.
Pensate che, nel 1645, ben oltre 70.000 persone vivevano qui.
Alcuni edifici erano alti quattordici piani e ospitavano anche trecento persone.
Non era insolito che in dieci condividessero una stanza singola.
Con un castello ad un’estremità e un palazzo reale dall’altra, questa via acciottolata ha visto tante battaglie vinte e altrettante perse.
Rifugio di Mary Queen di Scozia in fuga, sede della Chiesa di Scozia, terreno di caccia dei famosi assassini Burke e Hare, il Royal Mile ne avrebbe di storie da raccontare!!!
Oggi il Royal Mile è la principale area turistica della città, meta di visitatori provenienti da tutto il mondo.
Vi si trovano bar, ristoranti, negozi tipici di ogni tipo, dove è possibile acquistare di tutto: dalle classiche cornamuse scozzesi ai kilt, al whisky.
Ma al di là del profilo commerciale, è nell’aspetto tradizionale, rimasto immutato nel tempo, che risiede il vero fascino di questa via.
Non perdete l’occasione di esplorare i suoi angoli più nascosti.
Addentratevi nei vicoli stretti (i famosi closes di Edimburgo), entrate nelle corti, nei giardini segreti della città e scoprite gli edifici di epoca medievale.
E’ qui che si respira l’atmosfera più autentica della Old Town di Edimburgo.
Leggi anche: Edimburgo, quale pass turistico per visitare la città?
Cosa vedere lungo il Royal Mile
Il Royal Mile di Edimburgo è storicamente diviso in sei sezioni: Castle Esplanade, Castlehill, Lawnmarket, High Street, Canongate e Abbey Strand.
Ed è esattamente questo l’ordine che seguiremo per scoprire le principali attrazioni che si incrociano percorrendo quello che, a buona ragione, possiamo definire il cuore pulsante di Edimburgo.
Per la pianificazione del percorso, se volete, potete aiutarvi con la nostra mappa interattiva del Royal Mile.
Abbiamo utilizzato, per ciascuna delle sei sezioni, sei colori diversi.
La potete scaricare in modo da poter localizzare con facilità tutti i luoghi e le attrazioni più importanti che incontrerete lungo il Royal Mile.
Quanto tempo occorre per percorrere tutto il Royal Mile?
Difficile dirlo. Tutto è molto relativo e dipende da quante soste si vogliono fare.
Dal Castello ad Holyrood Palace, a piedi, può bastare anche mezz’ora.
La passeggiata che vi proponiamo, però, con tutte le varie tappe, è prevista per tenervi abbondantemente occupati per un’intera giornata, dalle 9 del mattino alle 18 della sera (almeno), pranzo, spuntini e shopping compreso.
1. Castle Esplanade
La prima sezione del Royal Mile è quella che comprende il castello e i suoi immediati dintorni, ovvero l’area che costituiva l’insediamento più antico della città.
Castello di Edimburgo
Il Castello è indubbiamente l’attrazione più popolare e iconica di Edimburgo.
Tutta la storia della capitale scozzese è legata a quella del suo castello, che la domina dall’alto di un’altura sotto la quale si cela un vulcano spento.
E’ la fortezza più merlata d’Europa e dalle sue mura si gode di magnifica vista sulla città.
Da non perdere il One O’Clock Gun (il cannone che spara ogni giorno all’una), la Sala Grande, la Cappella di Santa Margherita (l’edifico più antico del complesso e della città), i Gioielli della Corona, il Memoriale Nazionale del Guerra scozzese, il Mons Meg (un enorme cannone d’assedio del XV secolo) e le prigioni di guerra.
Se volete respirarne a pieno l’atmosfera, calcolate che la sua visita vi porterà via almeno un paio d’ore.
Non dimenticate, inoltre, di acquistare per tempo il biglietto d’ingresso per evitare lunghe e noiose code.
Esplanade
Al castello si accede dall’Esplanade, una piazza d’armi del 18° secolo che collega il Royal Mile alla fortezza.
All’estremità occidentale si trova la Entrance Gateway, con le statue di Robert the Bruce e William Wallace poste ai lati.
Sopra la porta è collocato lo stendardo reale di Scozia, un leone rampante rosso su sfondo giallo, con il motto latino “Nemo me impune lacessit” (Nessuno mi sfida impunemente).
E’ qui in questa spianata antistante l’ingresso del castello che, ogni anno ad agosto, in concomitanza con l’Edinburgh Festival, vengono allestite le tribune per assistere al Royal Edinburgh Military Tatoo.
Witches Well
In corrispondenza dell’estremità est dell’Esplanade, sulla parete ovest del Tartan Weaving Centre, si trova il “Pozzo delle Streghe”.
Si tratta di una graziosa fontana in stile art nouveau, commissionata da Patrick Geddes, che commemora il luogo in cui 300 donne furono bruciate come streghe tra il 1479 e il 1722.
Il rilievo in bronzo contiene l’immagine di una pianta di digitale, con al centro l’effige un serpente intrecciato intorno alla testa di Esculapio, dio della medicina, e di sua figlia Hygeia, dea della salute.
2. Castlehill
Castlehill è quel tratto più stretto del Royal Mile che scende dal Castello di Edimburgo fino alla piccola piazza dove si trova l’edificio The Hub, con la sua grande torre gotica a forma di guglia.
Castle Wynd
Se arrivate da Grassmarket, potete accedere alla spianata del castello salendo anche da Castle Wynd.
Attenzione, però. Preparatevi ad affrontare una ripida scalinata, che conta la bellezza di centottantasette gradini.
The Tartan Weaving Mill and Exhibition
Apparentemente si tratta di una sorta di centro commerciale dedicato ai prodotti scozzesi e, in primis, come indica il nome stesso del negozio, al tartan, il tipico disegno dei tessuti in lana della Scozia.
Occupa l’edificio che, un tempo, era il bacino idrico di Castle Hill, il principale approvvigionamento di acqua per gli abitanti del Royal Mile.
Ma, in realtà , The Tartan Waving Mill è tutt’oggi qualcosa di più di un semplice negozio di souvenir.
I suoi cinque piani sono tutti da scoprire.
All’interno è possibile ripercorrere l’intero processo di produzione del tartan: dalla tosatura delle pecore alla fabbricazione di un kilt.
Tanto che alcuni lo definiscono addirittura il “Museo del tartan“.
Cannonball House
Scendendo giù da Castlehill e lasciando alle spalle l’Esplanade, subito alla vostra destra, proprio di fronte a The Tartan Weaving Mill, si trova Cannonball House.
L’edificio prende il nome da una palla di cannone incastonata sopra una finesta, sul lato ovest, nel muro.
Si è soliti raccontare che il colpo di cannone sarebbe stato sparato dal castello verso Holyrood Palace, quando Bonnie Prince Charlie occupava la residenza reale durante la rivoluzione giacobita del 1745.
In verità, i cannonieri hanno sempre considerato questa storia poco verosimile per via della traiettoria praticamente impossibile.
Una spiegazione più probabile, anche se molto meno affascinante, è che la palla sia stata deliberatamente posizionata lì da alcuni ingegnieri.
Sarebbe servita per contrassegnare l’altezza precisa sul livello del mare per il primo rifornimento idrico convogliato al serbatoio di Castlehill dall’altra parte della strada .
Oggi Cannonball House è un ottimo ristorante cui si accede da Cannonball Close.
Whisky Heritage Centre
Volete conoscere tutti i segreti della produzione del distillato scozzese per eccellenza?
Lo Scotch Whisky Heritage Centre è il posto che fa per voi.
Quella che un tempo era una scuola elementare (Castlehill Primary School), dal 1988 è un centro interamente dedicato ai segreti della produzione e alla degustazione del whisky.
Potete scegliere tra diverse tipologie di visite guidate.
E’ qui, inoltre, che si trova la collezione di whisky più grande del mondo.
Nel 2008, infatti, il collezionista brasiliano Claive Vidiz ha deciso di trasferire qui la sua collezione di 3.384 bottiglie di whisky che ha raccolto per 35 anni.
The Witchery by the Castle
Proprio accanto al Whisky Heritage Centre, si trova il The Witchery by the Castle, uno degli albergi-ristoranti più eleganti di tutta Edimburgo.
E’ l’ideale per festeggiare un’occasione speciale, cenando magari al lume di candela, in un ambiente gotico e suntuoso.
Boswell’s Court
A The Witchery by the Castle si accede da Boswell’s Court, dal nome di un ex residente, John Boswell, zio del biografo del dottor Johnson, l’uomo che creò il primo dizionario di lingua inglese.
Ramsay Lane e Ramsay Garden
Si dice che Ramsay Lane, la laterale che affianca la Camera Obscura e che, nel 1700 e 1800, fungeva da ponte tra la Old Tow e la New Town, sia una delle vie più ripide di tutta la Scozia.
Meglio, dunque, percorrerla in discesa che in salita!
Vi condurrà direttamente a Ramsay Garden, un conglomerato di sedici appartamenti privati del 18° secolo, progettati dal botanico e urbanista Patrick Geddes.
E’ considerato uno dei complessi residenziali più pittoreschi al mondo, grazie alle forme eccentriche che lo contraddistinguono.
Con le inconfondibili facciate bianche e i particolari di color rosso mattone lo riconoscerete subito.
La vista migliore, però, è da Princess Street, da sotto la fortezza del castello.
Camera Obscura e World of illusions
Prossima fermata? Camera Obscura e World of Illusion of course.
Si tratta di una nota attrazione turistica di Edimburgo fin dal 1853, ed è una tappa ideale se si viaggia con bambini.
All’interno di un edificio a forma di torre, vi attendono 6 piani di mostre interattive, che vi metteranno alla prova con labirinti di specchi, un vortice luminoso, illusioni ottiche, giochi luci e colori.
All’ultimo piano, c’è la “Camera Obscura” vera e propria, un marchingegno del XIX secolo che, tramite un sistema di lenti e specchi, proietta un tour “virtuale” della città .
C’è anche una terrazza sul tetto che offre splendide viste su Edimburgo.
Tolbooth Kirk/The Hub
In cima al Royal Mile, in corrispondenza dell’incrocio tra Castlehill, Johnstone Terrace e Lawnmarket, è impossibile non notare The Hub.
Dotata della guglia più alta della città, questa vecchia chiesa gotica, nota come Tolbooth kirk, a partire dal 1999, è stata convertita nel quartier generale del Festival di Edimburgo.
E’ l’ufficio centrale di biglietteria, il centro informazioni e un luogo di esibizione per il Festival Internazionale.
Prima del completamento del nuovo edificio del Parlamento scozzese a Holyrood nel 2004, inoltre, l’Hub veniva occasionalmente utilizzato per le riunioni del Parlamento scozzese quando la Sala dell’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia non era disponibile.
3. Lawnmarket
La seconda sezione del Royal Mile è Lawnmarket, originariamente The Land Market ovvero “terra del mercato”.
Di fatto era un’importante area commerciale del XV secolo per l’acquisto di filati, tessuti e biancheria.
Comprende 100 metri che vanno da The Hub a Bank Street.
In passato, era la parte più elegante della Old Town, dove vivevano i cittadini più illustri.
Oggi è caratterizzato da negozi di souvenir e articoli da regalo.
Ensign Ewart Pub
Ensign Ewart è il pub che si trova più vicino al castello.
E’ da sempre un locale di ritrovo visto che, fin dal 1680, (anche se con nomi diversi) qui c’era una locanda.
Questo pub deve il nome a Charles Ewart, il guardiamarina degli Scots Grey che, nel 1815, divenne famoso per aver catturato l’aquila reggimentale del 4° reggimento francese nella battaglia di Waterloo.
Sebbene sia morto a Salford, il corpo di Ewart fu riesumato nel 1938 e riposto sotto il grande memoriale di granito che si trova sull’Esplanande del castello di Edimburgo.
Nozioni storiche a parte, questo piccolo pub, dalle pareti in pietra e soffitto in legno, offre un’autentica atmosfera scottish. Consigliatissimo.
Mylne’s Court
Progettata da Robert Mylne nel 1690, Mylne’s Court è stata una delle prime piazze aperte costruite nella Old Town di Edimburgo, per dare agli abitanti un pò di luce e spazio.
Il lato ovest della corte fu demolito nel 1883 e gli appartamenti a nord e a sud furono riscostruiti dall’Università di Edimburgo negli anni sessanta, per adibirli ad alloggio per studenti.
James Court
Completata nel 1727 da James Brownhill, questa pittoresca corte ha ben tre ingressi consecutivi sul Royal Mile: uno ad ovest, uno centrale ed uno ad est.
Costituisce l’ennesimo tentativo dell’epoca di costruire abitazioni di lusso dotate di spazi aperti con un cortile arioso per i suoi residenti.
Naturalmente le case ospitavano i membri più ricchi e benestanti della società; tra questi il filosofo David Hume e James Boswell.
Alcuni edifici sfortunatamente furono distrutti da un incendio nel 1857 e altri sono stati completamente rinnovati.
In corrsipondenza dell’ingresso ad est vi segnaliamo il Jolly Judge Pub, dal nome del giudice Robert MacQueen, noto anche come Lord Braxfield.
Anche è questo un localino che merita.
Riddle’s Close and Court
Sull’altro lato del Royal Mile, si nasconde Riddle’s Close and Court.
Una volta oltrepassato l’ingresso ad arco, questo caratteristico close può darvi un’idea dell’aspetto della città di Edimburgo di un tempo.
Qui si trova una dimora storica che ha ospitato personaggi come re Giorgio VI di Scozia, che tenne un grande banchetto reale per i nobili dell’ambasciata danese, e lo stesso David Hume che vi abitò nel 1751.
L’edificio è stato di recente restaurato e le sue sale sono oggi disponibili per riunioni, matrimoni ed eventi vari.
Gladstone’s Land
Questo edificio di sei piani, di cui attualmente solo due possono essere visitati, è uno degli edifici storici più antichi ancora esistenti in città.
Costruito nel 1550, venne poi acquistato e restaurato all’inizio del XVII secolo da un prospero mercante di Edimburgo, certo Thomas Gledstanes (all’epoca il suo cognome si scriveva così), antenato del primo ministro inglese William Gladstone.
Notate che, in scozzese, “Gled” significa falco.
Ecco spiegato il motivo per cui l’insegna posta sopra l’ingresso è proprio un falco in rame dorato e con le ali spiegate.
Negli anni ’30 l’edificio venne salvato dalla demolizione dal National Trust for Scotland, che ne ha curato il restauro degli ambienti, arredandoli con mobili e oggetti d’epoca. E’ così possibile avere un’idea di come erano le case della classe borghese del XVII secolo.
Questa casa-museo può essere visitata ogni giorno, dalle 10 alle 17 dal lunedì al sabato e la domenica fino alle 14:00.
Lady Stair’s Close
Più o meno alla stessa altezza di Riddle’s Close and Court, ma sul lato opposto del Royal Mile, si nasconde Lady Stairs’s Close, senza alcun dubbio uno dei close più belli Edimburgo.
E’ la sede di una residenza del 17° secolo chiamata Lady Stairs House, costruita nel 1622 per Sir William Gray di Pittendrum, un baronetto di Edimburgo.
Originariamente, si chiamava Lady Gray’s House, in onore della vedova del primo proprietario.
Se osservate sopra l’entrata del museo vedrete ancora le iniziali di Sir William e di sua moglie, Gida Smith, e un’iscrizione che recita ‘Fear the Lord and depart from Evil’, ovvero “Temete il Signore e state lontani dal Male”.
In seguito, l’immobile fu acquistato nel 1719 da Elizabeth Dundas, Lady Stair, vedova di John Dalrymple, primo conte di Stair, da cui il suo nome attuale.
Writer’s Museum
La seicentesca dimora di Lady Stair House ospita oggi il Writer’s Museum, il museo dedicato alla vita e alle opere dei tre più celebri letterati scozzesi: Sir Walter Scott, Robert Luis Stevenson e Robert Burns.
Non è certo un museo enorme, e si visita piuttosto velocemente, ma per tutti gli appassionati di letteratura è una chicca da non perdere.
Tra gli oggetti personali presenti nella collezione, ricordiamo lo scrittoio di Burns, il tavolo da pranzo di Scott, gli stivali da equitazione, la canna da pesca e il cannino per fumare di Stevenson.
Lo stesso Burns risiedette nella casa di fronte al museo per un breve periodo, in occasione del suo primo viaggio ad Edimburgo nel 1786.
Makar’s Court
L’area esterna, su cui si affaccia il Writer’s Museum, è designata Makars’ Court, in ricordo degli scrittori scozzesi.
In lingua scozzese, infatti, il termine “makar” significa scrittore/autore.
Osservate, inoltre, dove mettete i piedi.
Sulle lastre in cemento che compongono la pavimentazione del cortile sono incise diverse citazioni tratte da autori e poeti della letteratura scozzese.
Wardrop’s Court
Occupato dalla Corporazione dei panettieri, Wardrop’s Court era un tempo noto come Middle Baxter’s Close.
Ciò almeno fino al 1790, quando John Wardrop non costruì qui un palazzo.
Riconoscerete subito l’ingresso di questa corte grazie ai due draghi blu, opera del figlio di Patrick Geddes, posti ad abbellimento dell’entrata.
Sul lato occidentale di Wardrop’s Court si trova Lady Stair’s House e Makars ‘Court.
Brodie’s Close
Questo close è per ovvie ragioni associato ad uno dei personaggi più famosi e controversi della città di Edimburgo, il Diacono William Brodie, una figura di spicco della rispettabile società del XVIII secolo di giorno, ma un ladro senza scrupoli di notte.
Originariamente questo close non era altro che una scorciatoia per passare velocemente da Lawnmarket a Cowgate.
Tuttavia, nel 1570, ai piedi del close venne costruito un palazzo dal magistrato di Edimburgo William Little.
Nel palazzo poi si trasferì il giudice Cullen e successivamente anche la famiglia Brodie, una delle più antiche della Scozia.
Si dice, infatti, che i Brodie possano trovare tracce dei propri antenati fino a Macbeth.
E’ sempre stata una famiglia molto rispettata in città, almeno fino a quando il 28 settembre 1741 non nacque qui, proprio in questo palazzo, William Brodie, la pecora nera della famiglia.
L’edificio fu demolito nel 1835 e coperto da Victoria Terrace.
Del close originale e della dimora dei Brodie, quindi, non rimane nulla.
A parte il nome all’ingresso e la fama del Diacono Brodie, oggi vi è solo un grazioso caffè.
Deacon Brodie’s Tavern
Non lontano da Brodie’s Close, all’angolo tra Lawnmarket e Bank Street verso The Mound, si trova anche la Deacon Brodie’s Tavern.
E’ un pub scozzese tradizionale, fondato ancora nel 1806, con un imponente soffitto e un murale all’esterno che racconta la storia di William Brodie.
Costui era un rispettato artigiano, falegname e fabbro, maestro della gilda e consigliere comunale di Edimburgo. Ma, poichè gli piaceva alzare il gomito, giocare d’azzardo e spassarsela, aveva anche qualche problemino di soldi.
Grazie alla sua attività di artigiano rispettato aveva accesso alle case dei residenti agiati e se ne approfittava. Copiava le chiavi e vi tornava per rubare di notte.
Un giorno, uno dei tanti furti andò storto, venne tradito dalla sua banda e preso mentre cercava di fuggire.
La doppia vita del diacono Brodie fu smascherata.
Venne arrestato ed impiccato pubblicamente su un nuovo modello di forca che, presumibilmente, egli stesso aveva messo a punto.
Pensate che “Lo strano caso del dott. Jeckyll e Mr. Hyde“, novella dello scenografo Robert Louis Stevenson che risale all’anno 1886 e che racconta di un uomo dalla doppia personalità, trae ispirazione proprio dalla storia del diacono Brodie.
4. High Street
Proseguendo nel percorso si raggiunge High Street, una delle zone più conosciute del Royal Mile.
Ospita diversi edifici storici come la Corte suprema di Scozia, l’ex Parlamento, la Cattedrale di St. Giles, nonchè una vasta serie di ristoranti, negozi e pub.
Si estende da Parlament Square fino a St. Mary Street, là dove tempo si ergeva Netherbow Port, la porta orientale che separava la Old Town dal borgo di Canongate.
Sebbene oggi la porta non esita più, l’antico perimetro è segnato da strisce in ottone inserite nella pavimentazione stradale.
Se avrete l’occasione di visitare Edimburgo nel mese di agosto, è lungo questo tratto del Royal Mile, che durante il Fringe Festival si svolge la maggior parte degli spettacoli e delle attività degli artisti di strada.
Statua di David Hume
Appena si entra in High Street, alla vostra sinistra, vi attende la statua di uno dei più grandi filosofi del mondo, residente a Edimburgo, David Hume.
Si trova fuori dall’edificio della High Court di Giustizia.
David Hume fu un importante filosofo, storico, economista e saggista scozzese del XVIII secolo, noto per la sua influenza sul sistema di empirismo e scetticismo filosofico. È considerato uno dei più importanti pensatori dell’Illuminismo scozzese. A Hume è attribuita l’influenza di molti filosofi successivi, tra cui il famoso filosofo tedesco, Immanuel Kant.
Si dice che toccare l’alluce del piede destro della statua porti fortuna, in particolar modo agli studenti che devono sostenere un esame.
Duke of Buccleuch
Appena fuori dalla facciata ovest della Cattedrale di St Giles, in Parliament Square, sempre all’inizio di High Street, si trova un’altra statua, quella del Duca di Buccleuch.
Il monumento è uno splendido esempio di gotico vittoriano. Lo stesso duca è scolpito indossando le vesti dell’Ordine della Giarrettiera.
Il monumento fu eretto nel 1887, ma fu solo verso il completamento dell’opera che emerse un problema tecnico.
La statua risultava troppo grande per il piedistallo su cui doveva essere collocata.
Vennero così rimosse alcune decorazioni in bronzo sulla parte alta del piedistallo, per fare spazio alle gambe.
L’effetto però che se ne ottenne è che il Duca, con un piede mezzo fuori, sembra si stia preparando a scendere da un momento all’altro.
Heart of Midlothian
Incastonato nel pavé, in una zona pianeggiante accanto alla cattedrale di St Giles, si trova un mosaico in granito colorato a forma di cuore.
Si tratta dell’Heart of Midlothian, un cuore che ha al centro un cerchio dove risalta la croce di Sant’Andrea, patrono di Scozia.
In passato, questo luogo era il centro amministrativo della città e qui si trovava anche l’Old Tolbooth, l’antica prigione di Edimburgo, costruita nel XV secolo e poi demolita nel 1817.
Anche se inizialmente era destinata ad essere una prigione per debitori, ben presto iniziò ad imprigionare tutti i tipi di ladri e assassini, oltre ai piccoli criminali.
Il Tolbooth era inoltre famoso per i suoi strumenti di tortura: le viti a testa piatta e le ganasce erano punizioni comuni. Le esecuzioni erano tutte pubbliche, eseguite su una piattaforma sopra la piazza del paese.
I criminali più infami finivano per avere le teste impalate su spuntoni di fronte a High Street come avvertimento ad altri aspiranti trasgressori della legge.
Le condizioni della prigione erano talmente atroci che nel 1561, Maria, Regina di Scozia, ordinò che fosse demolita e ricostruita.
Il nuovo edificio era più piccolo e, tra le novità, vi era quella di un cuore alla sua porta. Questo non stava ad indicare l’introduzione di alcuna pratica più benevola, perché in verità le torture e le esecuzioni al New Tolbooth sono continuate fino alla demolizione nel 1817.
Oggigiorno l’unica cosa rimasta dell’antica prigione è proprio il Cuore di Midlothian.
È tradizione per gli abitanti di Edimburgo sputarci sopra mentre passano per di lì, anche se nessuno ne conosce l’esatto motivo.
Alcuni dicono che è una pratica rimasta da quando i passanti sputavano in direzione della prigione in segno di solidarietà ai prigionieri rinchiusi all’interno.
Altri dicono che erano i prigionieri stessi a sputare sul cuore, quando venivano rilasciati uscendo di prigione.
Altri, ancora, dicono che è un gesto di buona fortuna per la squadra di calcio di Edimburgo “Hearts”.
In generale la tradizione vuole che, in gesto di buon augurio, si deve sempre sputare sul cuore.
Tanto che, al giorno d’oggi ,ai visitatori viene spesso detto che sputare sul cuore è l’unico modo per assicurarsi che un giorno si potrà ritornare ad Edimburgo.
Byers Close
Risalente agli inizi del XVI secolo e originariamente noto come Malcolme’s Close e Lauder’s Close, Byers Close prende il nome da John Byres, un ricco mercante che visse tra il 1569 e il 1629.
Durante la sua vita, Byres ricoprì varie cariche. Fu magistrato, tesoriere della città e Old Provost, e alla sua morte la proprietà fu ereditata da suo figlio, Sir John Byres di Coats.
In questo close si trovava anche la casa di Adam Bothwell, vescovo delle Orcadi e Commendatore di Holyrood fino al 1593. Costui è l’uomo che sposò Mary Stuart al Conte di Bothwell, un’unione che causò talmente tanta indignazione che Maria fu costretta ad abdicare in favore di suo figlio Giacomo VI.
Al giorno d’oggi l’edificio può essere visto solo dal vicino Advocate’s Close.
Advocate’s Close
E’ senza alcun dubbio uno dei close di Edimburgo che offre uno degli scorci più belli, oltre che essere uno dei più antichi.
Si ritiene, infatti, che risalga al 1544.
Questo vicolo ripido e stretto scende dal Royal Mile, nei pressi della Cattedrale, verso Cockburn Street, collegando le diverse aree più animate di Edimburgo.
Offre, inoltre, una vista panoramica spettacolare su Princess Street e sullo Scott’s Monument.
Vi è un bel dislivello: preparatevi dunque ad una bella discesa o ad una ripida salita.
Il nome della strada ricorda la vita e l’opera di Sir James Stewart di Goodtrees – l’ultimo avvocato scozzese in carica durante gli anni della Riforma, Rivoluzione e Unione.
Altra curiosità e nota storica: a metà del close vi è una porta con la data 1882 e il nome W & R Chambers scavato sull’architrave in pietra.
Questa ricorda il sito degli uffici di William e Robert Chambers, considerati tra i più famosi editori del 19 ° secolo di Edimburgo. Si ritiene che l’edificio fosse un prolungamento degli uffici di stampa dei fratelli Chambers.
St. Giles Cathedral
La Cattedrale di Sant’Egidio, comunemente chiamata St Giles’ Cathedral o High Kirk of Edinburgh, è dedicata al santo patrono di Edimburgo.
Anche se non si tratta attualmente di una vera e propria cattedrale, è stato uno dei siti religiosi più importanti della città per circa 900 anni.
L’attuale costruzione risale in gran parte alla fine del XIV secolo, sebbene sia stata in gran parte restaurata nel XIX secolo, quando iniziarono a essere collocate le vetrate colorate, che illustrano diverse storie bibliche.
Una di queste finestre mostra St. Andrew, il patrono della Scozia, che regge la croce con San Cuthbert e il re David I.
È qui che a metà del XVI secolo il predicatore John Knox tenne il sermone della Riforma, che portò alla fondazione della chiesa presbiteriana scozzese.
Uno degli angoli più belli della chiesa è la Thistle Chapel, la cappella costruita nel 1911 in onore del più nobile ordine di cavalleria in Scozia.
Statua di James Braidwood
In corrispondenza dell’inizio di Barrie’s Close si trova la statua in onore di James Braidwood.
Oggi passeggiando lungo il Royal Mile, tra le vie del centro storico di Edimburgo, può essere difficile immaginarlo.
Ma molto prima che la pietra e il cemento venisse utilizzati per costruire case in materiale più resistente, la città era originariamente costruita tutta di legno e particolarmente vulnerabile al fuoco.
Pensate che, nel 1824, un grande incendio si innescò nel cuore del Royal Mile, vicino a Parliament Square, adiacente alla Cattedrale di St Giles, proprio dove ora è collocata la statua di Braidwood.
Oltre 400 persone persero le loro case, mentre un’intera serie di edifici, che percorreva l’intera larghezza della città, tra High Street e Cowgate, venne distrutta dalle fiamme.
James Braidwood, che aveva appena 24 anni ed era stato da poco nominato capo dei vigili del fuoco, riteneva che la città fosse impreparata per fronteggiare eventi come questo. In particolare, era convinto che gli uomini che dovevano intervenire non avessero un adeguato addestramento e preparazione.
Grazie alle proprie conoscenze e all’esperienza precedentemente maturata nel campo dell’edilizia, Braidwood fu il primo a definire alcuni dei principi fondamentali della lotta antincendio, che ancora oggi informano il lavoro dei vigili del fuoco moderni.
I lavori di Braidwood ad Edimburgo, e più tardi anche a Londra, sono considerati i primi moderni servizi antincendio municipali del mondo. Le sue metodologie e linee guida per prevenire e fronteggiare gli incendi sono diventate un testo-base nello sviluppo di molti reparti di emergenza.
Braidwood morì in un incendio a Londra nel 1861.
Mercat Cross
Sul lato est di St Giles, potete invece notare la Mercat Cross di Edimburgo.
Si tratta di fatto di una grande struttura ottagonale in pietra sormontata da un unicorno, l’animale simbolo nazionale scozzese.
Anticamente questo era il luogo di incontro dei mercanti che venivano in città.
Ma veniva utilizzato anche per fare pubblici proclami e come sito per esecuzioni pubbliche.
Quella che si vede oggi, però, non è l’originale, che fu rimossa verso la metà del 1700, ma un rimpiazzo costruito alla fine del 1800.
La Mercat Cross originale era di legno e si trovava sempre in High Street, lì vicino.
Il punto esatto della posizione originaria è contrassegnato a terra da ciottoli incastonati nella pavimentazione stradale.
Statua di Adam Smith
Non poteva trovare collacazione più appropriata, vicina alla Mercat Cross, ovvero al luogo d’incontro dei mercanti, la statua di Adam Smith.
Economista e filosofo, Smith è considerato il “padre dell’economia moderna” e il più importante teorico del liberalismo economico.
Nella sua opera fondamentale “The Wealth of Nations”, pubblicata nel 1776, avanzò la teoria del libero scambio e gettò le basi per il moderno studio dell’economia.
City Chambers
Situate di fronte alla Mercat Cross ci sono pure le City Chambers, alias il Municipio di Edimburgo.
E’ qui è che si ritrova il Consiglio Comunale della città.
L’edificio principale è arretrato rispetto a High Street, nascosto dietro un cortile rettangolare con al centro una grande statua bronzea di Alessandro con il suo cavallo Bucefalo.
Originariamente costruito come Royal Exchange, ovvero centro per il commercio della città, non fu mai un edificio amato dai mercanti cui era destinato.
Questi, infatti, continuarono a preferirvi la vicina Mercat Cross.
Per questo alla fine del XIX secolo il Consiglio Comunale decise di adibirlo quale sede ove svolgere gran parte delle proprie attività.
Non andatevene, però, senza prima buttare un occchio per terra.
Vicino all’arco d’ingresso, che da Hight Street conduce al cortile, troverete la “Walk of Fame” di Edimburgo.
Dal 2007, i grandi nomi che ricevono gli Edinburgh Award guadagnano spazio sul marciapiede.
Gli appassionati di Harry Potter troveranno sulla sinistra il nome e le impronte delle mani di JK Rowling, la famosa autrice dei libri del maghetto più amato del mondo.
Vi segnaliamo, infine, che le City Chambers sono state utilizzate come location delle riprese per il film Braveheart nel 1995 e per la serie TV Belgravia nel 2019.
Mary King’s Close
The Mary King’s Close è un insieme di vicoli e stradine del diciassettesimo secolo, situate più o meno sul lato opposto rispetto alla Cattedrale di St Giles.
Tuttavia, a differenza dei tanti close, che ancora è possibile percorrere alla luce del giorno, questo labirito di strade è rimasto a lungo nascosto, perchè sepolto alcuni secoli fa.
Il vicolo, infatti, fu parzialmente demolito e utilizzato come fondamenta per la costruzione della Royal Exchange (le attuali City Chambers) nel 18 ° secolo.
Tutto è rimasto congelato nel tempo.
Ciò almeno fino al 2003, quando questo angolo sotterraneo di Edimburgo è stato riaperto sotto forma di attrazione turistica, The Real Mary King’s Close per l’appunto.
Il nome deriva da Mary King, una mercante borghese del 17° secolo che viveva in questo close.
Attraversando soglie, scendendo gradini di scale e percorrendo buie stanze di pietra nuda avrete la possibilità di fare un viaggio nel passato e immergervi nelle viscere della Edimburgo sotterranea.
Old Fishmarket Close
Old Fishmarket Close è così chiamato perché, già nel XVI secolo vi si teneva un mercato del pesce e del pollame.
Questo close era particolarmente noto per il suo odore fetido.
Il boia più famoso di Edimburgo, John High (morto nel 1817), abitava qui.
Si vantava o di non aver mai sbagliato un’esecuzione o di non aver causato mai indebite sofferenze alle sue vittime. Anche George Herriot, fondatore dell’ospedale e della scuola Heriot, e l’autore di Robison Crusoe, Daniel Defoe, hanno abitatato in una delle case di questo close.
Si dice che, in realtà, Defoe fosse un agente segreto al servizio del governo inglese durante i periodi turbolenti in cui i due paesi si stavano unendo. Se la Polizia di Edimburgo lo avesse scoperto, la sua carriera di scrittore sarebbe stata quasi sicuramente interrotta.
Per molti anni, l’inizio della via ospitò la stazione per una pompa anticendio primitiva, che veniva portata fuori tirando delle corde in caso di emergenza. Ironia della sorte, tutti i vecchi edifici della zona furono distrutti dagli incendi del 1700 ed, in particolare, dal grande incendio del 1824.
Un’ultima curiosità. La leggenda narra che la famosa Maggie Dicksons, la mezza impiccata, lavorasse nelle vicinanze di Old Fishmarket Close.
Old Stamp Office Close
Sede della Royal Bank fino al 1753, questo close ha poi ospitato il Government Stamp Office fino al 1821.
Qui si trovava pure la casa di Susanna Montgomery, contessa di Eglinton, un’elegante dimora a sei piani, ove la contessa vi abitava con le sue belle sette figlie. A loro, Allam Ramsay dedicò il poema ” The Gentle Shepard“.
Anche Flora MacDonald bazzicò da queste parti.
La famosa eroina di Scozia, che aiutò Bonnie Prince Charlie a fuggire dopo la ribellione giacobita, frequentò un collegio che aveva sede in questo close.
High Street Wellhead
E adesso, sempre sullo del Royal Mile, poco prima delle fotografatissime cabine telefoniche, guardate bene.
Non potrete fare a meno di notare un enorme blocco di pietra quadrato.
Si tratta della Wellhead di Hight Street, letteralmente testa del benessere, uno dei pozzi/cisterne che si incrocerete lungo il Royal Mile.
Un’altraprobabilmente l’avrete già vista nei pressi di St. Giles, proprio davanti alla stata di David Hume.
Fino al 1820 queste “teste di pietra” hanno rappresentato per migliaia di residenti della Old Town di Edimburgo l’unica fonte di approvvigionamento di acqua.
Molto spesso nei mesi estivi, quando l’acqua scarseggiava, il Consiglio la razionava e ai residenti locali era consentito l’uso dei pozzi solo tra la mezzanotte e le tre del mattino.
Erano anche luoghi in cui abitualmente la gente si incontrava e si fermava a chiacchierare. E spesso, quando si formavano delle code, anche a litigare.
Tra le Wellheads del Royal Mile, la più antica è quella di Netherbow, che è quello che vedete nella foto.
E’ stata progettata da Sir Willian Bruce e costruita da Robert Mylne, il Maestro del Re, nel 1675 circa.
Fleshmarket Close
Questo, invece, è Fleshmarket Close.
Prende il nome dal mercato della carne che una volta si trovava qui e che portava ad un macello sul lato del Nor’ Loch (ora Princes Street Gardens).
Il sangue gocciolava lungo la ripida pendenza della viuzza, per drenare naturalmente giù al lago nella valle a nord della città.
Tra le altre cose qui si trovava pure una bisca frequentata anche da Deacon Brodie.
Se proseguite in giù, questo stretto vicolo vi porterà a Market Street, via Cockburn Street, che ha tagliato questo close a metà del 1800.
Agli amanti dei libri gialli e polizieschi questo close non suonerà nuovo.
“Fleshmarket Close” è infatti il titolo di uno dei best sellers di Ian Rankin, scrittore contemporaneo di Edimburgo.
Celebre è la sua serie di romanzi dedicati all’ispettore “Rebus”.
Tron Kirk
Impossibile non notare la guglia imponente di quella che è stata a lungo la principale chiesa parrocchiale di Edimburgo.
Tron Kirk prende il nome da “Tron Beam”, un sistema di pesatura in uso nella Scozia medioevale, una specie di bilancia pubblica posta all’esterno dell’edificio.
Questo luogo, infatti, era un tempo un importante punto di raccolta, dove venivano pesate le merci e dove anche venivano puniti i criminali minori, cui venivano inchiodate le orecchie.
La chiesta fu costruita tra il 1636 e il 1647, secondo un progetto che mescolava elementi palladiani e gotici, cui si ispirava l’architettura olandese dell’epoca.
Sotto il Tron si trovano ancora oggi i resti archeologici del Marlin’s Wynd, la prima strada lastricata in Scozia.
Alla fine del 18° secolo, fu necessario ridurre le dimensioni della chiesa. Così come il caotico labirinto di case popolari e closes che la circondavano venne demolito per far posto a North e South Bridge.
Sebbene con dimensioni ridotte, tuttavia, Tron Kirk mantenne il suo ruolo di primo piano nella vita della città e fu sede dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia dal 1830 al 1840.
Tron Kirk, che da 1952 non è più una chiesa, è stata a lungo, prima di essere soppiantata da Princess Street, il punto d’incontro originale per i festeggiamenti di Hogmanay.
Mitre Bar
Tranquilli, lungo il Royal Mile non morirete sicuramente di fame.
Ci sono pub e locali per tutti i gusti e per tutte le tasche, e avrete solo l’imbarazzo della scelta.
Uno di questi che è The Mitre Bar.
Ve ne parliamo perchè l’edificio, ove sorge il locale, era un tempo occupato da un bel palazzo appartenuto a John Spottiswood, allora vescovo di St. Andrews
Il palazzo, purtroppo, fu distrutto da un incendio nel 1814 e fu sostituito da The Mitre Bar, un chiaro riferimento al copricapo del vescovo.
La leggenda vuole che il trono del vescovo sia sepolto sotto quella che oggi è l’area del bar.
Alcuni sostengono che il suo spirito sia ancora presente nel pub.
Leggi anche: Dove mangiare a Edimbugo: tutti i pub provati per voi
Paisley Close
Paisley Close prende il nome da un residente del XVIII secolo, Henry Paisley, ma il vicolo è meglio conosciuto come “Heave Awa Close “.
E adesso vi spieghiamo il perchè.
A metà del 1800 molte case di Edimburgo avevano almeno 300 anni e si trovavano in condizioni terribili.
La maggior parte dei ricchi si erano già trasferiti nelle ampie strade e negli spazi aperti della New Town.
Nelle prime ore del 24 novembre 1861, 35 persone moriroro per il crollo di un palazzo di cinque piani, i cui supporti in legno si erano smarciti.
Mentre stavano cercando di salvare le persone intrappolate, gli operai sentirono il ripetuto grido di un giovane ragazzo da sotto le macerie: “Aspettate uomini, non sono ancora morto”.
Il giovane si chiamava Joseph McIver e, per fortuna, si salvò senza riportare gravi ferite.
Quando alla fine si decise di costruire un nuovo edificio sul sito di quello crollato (Paisley Close), la scultura di Joseph fu incorporata sopra l’ingresso insieme alle sue parole più eloquenti:”Heave wait ‘chaps, I’m not’ dead dead”.
Museum of Childhood
Fondato nel 1995, il Museo dell’Infanzia, come suggerisce il nome, è dedicato ai bambini.
In effetti, è considerato il primo museo al mondo a specializzarsi in storia dell’infanzia.
Ospita una vasta collezione di libri, giocattoli e costumi per bambini di molte epoche e luoghi nel mondo.
L’ingresso è gratuito e la sua visita è un buon modo per trascorrere un’oretta diversa dal solito.
Hyndford’s Close
In questo close si trovava la dimora seicentesca dei Carmichaels.
Venne poi ribattezzato con il nome dei Conti di Hyndford, un titolo nobiliare che si estinse nel 1817.
Un tempo pieno di case e giardini lussuosi, è famoso per essere stato la residenza di Daniel Rutherford, l’inventore della lamapda a gas e zio di Walter Scott.
Qui abitò pure una certa Jean Maxwell che a quanto si racconta, da bambina, si divertiva a cavalcare un maiale.
Quando crebbe, divenne amica di Robert Burns e le sue cinque figlie sposarono tutte dei nobili.
Peccato che la povera Jean, morì senza un soldo in un hotel Piccadilly nel 1801.
Altre figure di spicco associate a questo close includono la duchessa di Gordon, una fervente giacobita e anche lei cara amica di Burns.
Hyndford Close conduce a New Skinner’s Close e ad un piccolo giardino pubblico.
Trunks Close
Non si conosce esattamente l’origine del nome di questo close.
Pare si debba a “Turinga”, dal nome di una una famiglia che ha posseduto in questa zona delle proprietà tra il 1478 e il 1529.
Questo vicolo contiene attualmente il quartier generale della Cockburn Association, il Civic Trust della città.
Il cancello non è sempre aperto, ma se siete fortunati, non lasciatevelo scappare.
All’interno si cela uno dei più graziosi giardini nascosti del Royal Mile.
John Knox House
Ed eccoci arrivati a John Knox House.
Il famoso predicatore John Knox, una delle figure più importanti della storia scozzese e protagonista di un’importante riforma religiosa che ha portanto un grande cambiamento politico nel paese, avrebbe vissuto in questa casa.
L’edificio, che risale alla metà del 15° secolo, fu ricostruito nel XVI secolo dal ricco gioiellere e orafo James Mossman, che tra le altre cose rimodellò la corona per Giacomo V.
Cattolico fervente e fedele a Mary Quuen of Scots, quando la regina venne imprigionata in Inghilterra, iniziò a coniare monete per i sostenitori che detenevano il Castello di Edimburgo.
Quando il castello dovette arrendersi, Mossman fu accusato di contraffazione, impiccato, decapitato e il suo corpo fatto a pezzi.
Nel 1849 il Consiglio Comunale dispose la demolizione dell’edificio.
Ma molto probabilmente grazie al suo legame con John Knox, l’immobile venne risparmiato.
L’edificio subì, quindi, un restauro programmato a metà del XIX secolo e fu aperto come museo nel 1853, gestito da allora dalla Chiesa scozzese.
John Knox House è ancora oggi aperta al pubblico, racconta la storia della Riforma e mostra come vivevano le persone 400 anni fa.
La tradizione dice che una piccola finestra al primo piano era quella utilizzata da Knox per predicare alla gente per strada.
Fountain Close
Questo close, così chiamato per via di un pozzo adiancente alla strada, è il luogo in cui Thomas Bassendyne ha prodotto la prima copia stampata del Nuovo Testamento in Scozia.
Ospitò anche la Hall del Royal College of Physicians, che a sua volta fornì spazi per gli editori Oliver e Boyd dal 1778.
Oggi è sede della Saltire Society, oltre che di un grazioso giardino, che offre un prezioso angolo di pace e silenzio fuori dalla calca rumorosa del Royal Mile.
Tweddale Close
Ed eccoci arrivati ad un altro bellissimo close, nascosto dietro uno dei tanti cancelli del Royal Mile: Tweddale Close.
Prende il nome dalla dimora di Tweeddale, costruita e occupata da Dame Margaret Kerr, figlia del primo conte di Lothian.
Ha ospitato gli uffici della British Linen Co., della Cowan Papermakers e degli editori di Grant & Thin prima di diventare, nel 1791, sede della British Linen Bank.
Fu probabilmente allora che venne aggiunto un portico all’ingresso e sbarre di ferro fissate sopra le finestre.
Nel 1806, questo close fu teatro di uno degli omicidi più noti di Edimburgo.
Uno dei dipendenti della banca, William Begbie, che doveva consegnare un pacchetto di £ 4.000 in banconote ad una filiale di Leith, fu derubato e ucciso all’ingresso della corte.
Sembra che l’assassino si sia servito di un pezzo di carta sul coltello in modo da evitare troppi schizzi di sangue. Quindi si è volatilizzato tra la folla in High Street.
Nonostante un’importante opera di ricerca del colpevole, nessuno è mai stato arrestato e il crimine è rimasto irrisolto.
Solo mesi dopo, buona parte del denaro rubato è stato scoperto nascosto in un vecchio muro, nei pressi di Drummond Place,
Dal 1817 al 1973 l’edificio fu occupato dagli editori di Oliver & Boyd.
Non a caso il loro nome è ancora orgogliosamente esposto sulla porta principale.
Il close è stata ripristinato negli anni ’80 e The List Magazine e Canongate Publishers ora hanno sede qui.
World’s End Close
Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, Canongate, che è oggi una delle ultime sezioni del Royal Mile di Edimburgo, è stato a lungo fu un distretto indipendente e staccato dalla città.
Una porta difensiva orientale, nota come Netherbow Port, sorgeva sul Royal Mile, separando materialmente la Old Town da Canongate.
L’area al di là della porta di Netherbow era nota come “Fine del mondo”.
Ciò perchè, per quanto riguarda i cittadini di Edimburgo, lì era il luogo in cui il loro mondo finiva.
Non solo. La gente di Edimburgo era solita dire che chiunque avesse varcato quella porta non sarebbe mai più tornato.
Oggi possiamo vedere alcune piastre di metallo che segnano il punto esatto dove si trovava la vecchia porta, proprio accanto al famoso pub World´s End.
Sempre lì si trova pure l’omonimo close.
L’area un tempo ospitava un mercato del pesce ed era conosciuta come Swift’s Close, perchè nel 1427 ci viveva un certo John Swift.
In seguito fu chiamato Stanfield’s Close, prima di essere ribatezzato come World’s End Close.
St. Mary’s Street
St. Mary’s Street fu costruita nel 1860, quando l’ex stretto e sovraffollato medievale St Mary’s Wynd fu demolito a seguito dell’Edinburgh Improvement Act del 1867, insieme a diversi altri closes della capitale scozzese.
Di fatto deve il nome alla presenza di una cappella e di un convento che andarono distrutti verso la fine del XVI secolo.
La celebre locanda Red Lion, nota anche come Ramsey’s Inn e che si dice avesse spazio per 100 cavalli e 20 carrozze, si trovava lungo questa via.
Il proprietario era solito permettere ai suoi maiali di girare liberi per mangiare gli avanzi.
E, si racconta che nel 18 ° secolo due giovani aristocratiche (la dichessa di Gordon e sua sorella) si divertissero a cavalcarli.
La strada conduce alla fine di Cowgate, dove è possibile vedere quel che rimane del Flodden Wall.
5. Canongate
Continuiamo il nostro tour, lasciando High Street e St. Mary’s Street per raggiungere quella che possiamo definire la zona più residenziale del Royal Mile.
Il Canongate è la sezione inferiore della famosa via di Edimburgo.
Deve il proprio nome, che letteralmente significa “strada dei monaci”, ai canonici agostiniani dell’abbazia di Holyrood, cui re David I, nel 1140, aveva concesso di fondare il borgo.
Digrada nella zona di Holyrood di Edimburgo dove si trova il maestoso Palazzo di Holyroodhouse del 1501 e il moderno edificio del Parlamento scozzese inaugurato nel 2004.
Un tempo era un borgo separato dalla città da un muro, prima di essere incorporato, nel 1856, e divenire un quartiere della capitale.
Ma andiamo piano e con ordine, perché come per Castlehill, Lawnmarket e High Street, anche Canongate merita una visita dettagliata.
Cranston House
Questo edificio, che assomiglia ad una chiesa, un tempo ospitava il Canongate Christian Institute, un’organizzazione benefica.
Si tenevano servizi e riunioni evangeliche durante la settimana per i residenti della Old Town.
E’ stato rinnovato nel 1990, diventando The Edinburgh School of English, che insegna l’inglese come seconda lingua.
Gibb’s Close
Uno dei primi close che si incrociano lungo Canongate è Gibb’s Close.
Questo close, che oggi è l’ingresso di un’ottima pasticceria, divenne famoso agli inizi del XIX secolo, in quanto assieme a Gullan’s Close fu teatro di una serie omicidi da parte del famigerato duo Burke and Hare .
La storia di Burke and Hare, noti anche come gli “Assassini di West Port”, è piuttosto nota tra gli abitanti di Edimburgo.
Erano una coppia di serial killer che nel 1820 uccisero diverse vittime tra le persone più vulnerabili della città.
Le uccidevano per vendere i loro corpi al dottor Knox dell’Università di Edimburgo che, a sua volta, li utilizzava per farli dissezionare dai suoi studenti nel corso delle lezioni di anatomia.
A quel tempo, infatti, non c’erano abbastanza cadaveri disponibili per lo studio e l’insegnamento.
La domanda superava di gran lunga l’offerta e, all’epoca, non ci si poneva troppe domande sulla provenienza dei corpi.
Si ritiene che Burke e Hare abbiano ucciso almeno 16 persone. Anche se si sospetta che il numero effettivo sia molto più alto.
Gibb’s Close è stata la scena dell’omicidio di una giovane prostituta, Mary Patterson.
Quando Burke e Hare furono successivamente catturati, Hare scaricò tutte le colpe su Burke, in cambio della libertà.
Burke fu impiccato pubblicamente il 29 gennaio 1829, a Lawnmarket, davanti ad una folla di circa 25.000 persone. Il suo corpo fu lasciato esposto al pubblico e la sua pelle usata per fabbricare diversi oggetti.
Tra questi un piccolo porta biglietti da visita che ancora oggi può essere visto presso il punto informativo della polizia ad High Street.
Chessel’s Court
Sul lato destro del Royal Mile, mentre scendete giù verso Holyrood Palace, non dimenticate di entrare in questa bella corte.
Chessel’s Curt risale al 18° secolo ed è qui che si trovava un tempo la vecchia dogana, quella che Deacon Brodie tentò di derubare.
Il furto fu un tale insuccesso che portò, alla fine, alla cattura del famigerato ladro.
Oggi è un complesso residenziale, restaurato a metà degli anni ’60, con un ampio giardino.
A proposito è qui che si trova l’altro cuore più fotografato di Edimburgo: quello verde formato da un’edera rampicante.
Morocco Land
Vicino alla Edinburgh School of Enghish, tra Mid Common Close e The Wedgwood Restaurant, arroccata in alto su un edificio a circa due piani di altezza, potrete notare una insolita statua che si affaccia sul Royal Mile.
Alcuni ritengono che rappresenti l’imperatore del Marocco.
La leggenda narra che, nel XVII secolo, un giovane di nome John Gray doveva essere impiccato per aver aggredito il Provost di Edimburgo.
Riuscì a fuggire dal paese prima dell’esecuzione, trovando rifugio in Marocco.
Una volta lì divenne schiavo dell’Imperatore, conquistandone un pò alla volta il favore e accumulando una certa fortuna.
Anni dopo, Gray tornò ad Edimburgo e, mentre cercava di ottenere il perdono, curò la figlia del Provost dalla peste.
I due giovani si sposarono e andarono ad abitare in un appartamento sul Canongate, dove fu fatta costuire la statua per onorare l’aiuto ricevuto dall’imperatore del Marocco
La casa divenne nota in tutto il quartiere come “Morocco Land“.
Tuttavia un’altra teoria, decimente meno romantica e avventurosa, suggerisce che l’effigie sia semplicemente un’insegna per identificare un negozio locale.
St. John Cross
E ora volgete lo sguardo in giù, verso il basso.
In corrispondenza del civico n. 196 di Canongate, noterete una croce maltese formata da ciottoli incastonati nella strada.
Questa croce sulla carreggiata segna il punto che era sede un tempo della St. John Cross.
Serviva a delimitare il confine tra Edimburgo e il borgo di Canongate, che nel medioevo era di proprietà dei Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni.
In effetti, non sembra essere un caso che, non lontano, appena in fondo alla strada, ci sia St John’s Pend (costruito nel 1768), che conduce in St John Street.
La croce originale può ancora essere vista all’interno del cortile di Canongate Kirk.
Di solito, i gradini della croce servivano come un luogo d’incontro per dignitari e commercianti e per la lettura di pubblici proclami.
Bible Land
Sempre in zona a pochi passi da St. John Cross, sul lato nord del Canongate, si trova Bible Land, un edificio noto anche come Shoemaker’s Land.
Come potete facilmente immaginare qui aveva sede un esercizio commerciale dei calzolai.
La caratteristica principale di questo palazzo, risalente al 1677, però, sta in una scultura collocata sopra la porta principale.
Si tratta di un libro aperto, una Bibbia (e da qui il nome Bible Land), che reca inciso un estratto del Salmo 133.
Old Moray House
Costruita attorno al 1628 per Mary, contessa di Home, Old Moray House è rimasta in proprietà alla famiglia della nobildonna fino alla metà del XIX secolo.
E’ oggi il più antico edificio dell’Università di Edimburgo ed uno dei pochi edifici aristocratici originali rimasti a Canongate.
La costruzione rappresenta il tipico esempio di alloggio moderno a cui aspiravano le famiglie benestanti che risiedevano nel quartiere di Canongate.
Documenti dell’epoca la definivano come la “casa più bella di Edimburgo”.
Nel corso degli anni la dimora ha subito diverse modifiche ed ha pure avuto un ruolo di spicco nella storia della Scozia.
È qui, infatti, che nel 1707 nel giardino a terrazze dell’edificio furono sottoscritti alcuni articoli del Trattato dell’Unione, l’accordo che ha portato alla creazione del nuovo stato della Gran Breatagna e all’unione di Inghilterra e Scozia.
Si ritiene, inoltre, che Oliver Cromwell vi abbia alloggiato, un paio di volte, durante le sue visite ad Edimburgo nel 1648 e nel 1650.
Per non parlare di una leggenda secondo cui il duca D’Argyll si trovava su un balcone di Moray House e da lì avrebbe sputato contro il Marchese di Montrose, mentre questi veniva portato al patibolo.
Canongate Talbooth
Ed ecco un altro dei must-see più fotografati di questa sezione del Royal Mile: il Tolbooth di Canongate, l’edifico più antico della zona.
Un tempo segnava il confine tra Holyrood ed Edimburgo.
L’attuale edificio risale al 1591.
Fu costruito per Sir Lewis Bellenden, l’impiegato giudiziario del borgo, e le sue iniziali sono ancora visibili sull’arco di Tolbooth Wynd.
Oggi ospita il “People’s Story Museum”, un complesso museale civico dedicato alla vita quotidiana di Edimburgo, dal XVIII secolo fino ai giorni nostri.
È un’attrazione popolare tra locali e turisti e, soprattutto, l’ingresso è gratuito.
Bisogna tuttavia ricordare che, nel tardo 16° secolo, il Tolbooth era utilizzato per altre attività.
Fungeva da tribunale, prigione e anche da camera di consiglio del borgo indipendente di Canongate, finché nel 1856 non divenne a tutti gli effetti parte integrante della città.
Nel diciannovesimo secolo infatti, man mano che la città cresceva, l’importanza del Canongate come borgo separato diminuì, e il Tolbooth divenne sempre meno importante.
Nel 1875 l’architetto cittadino Robert Morham iniziò i lavori di ristrutturazione del Tolbooth, tentando di riportarlo al suo aspetto originale e aggiungendo, al contempo, un tocco personale.
Il cambiamento più evidente arrivò nel 1884 quando venne aggiunto l’orologio, che spicca sulla strada e che miglioró la caratteristica sagoma dell’edificio.
Pare tuttavia che l’enorme orologio, che sporge sulla strada, abbia sostituito un orologio precedente del 17 ° secolo.
Canongate Kirk
Canongate Kirk è un’importante chiesa di Edimburgo, che funge da chiesa ufficiale per il Castello di Edimburgo e il Palazzo di Holyroodhouse.
Progetta da James Smith, fu costruita tra il 1688 e il 1691, anno quest’ultimo della sua inaugurazione.
Questa chiesa è famosa per essere utilizzata per celebrare i matrimoni di alcuni membri della famiglia reale in Scozia.
Uno di questi ultimi matrimoni ha avuto luogo nel 2011, quando si sono tenute le nozze reali di Zara Phillips, nipote della regina Elisabetta II, e Mike Tindall, ex capitano inglese della squadra di rugby.
Davanti alla chiesa, sul marciapiede, si trova la statua in bronzo del poeta scozzese Robert Fergusson, nato a Edimburgo e morto in città all’età di 24 anni.
Fergusson è sepolto accanto alla chiesa, insieme ad altri noti scozzesi.
Quando Burns visitò la sua tomba nel 1780, trovandola in disordine, commissionò l’attuale lapide e compose alcuni versi quale affettuoso tributo.
Canongate Kirkyard
Da non perdere neanche il cimitero, con pietre tombali muschiose e magnifiche vedute su Calton Hill.
Canongate Kirkyard è l’ultima dimora di molte personaggi celebri del passato.
Una tavola all’ingresso elenca i più famosi.
Probabilmente la tomba più importante è quella dell’economista Adam Smith.
Una serie di piccoli segnalini in ottone sull’erba conducono i visitatori alla sua tomba, che si trova sul lato sinistro del cimitero, proprio dietro l’edificio Canongate Tolbooth.
Si dice, inoltre, che qui sia sepolto anche David Rizzio, il segretario di Mary Queen of Scots, brutalmente assassinato da suo marito.
In verità, però, sembra altamente improbabile che Rizzio, un cattolico italiano, sia mai stato sepolto in un cimitero protestante.
Vicino all’ingresso, invece, si trova la Canongate Mercat Cross, che un tempo veniva utilizzata sia per fare proclami che come gogna.
Sugarhouse Close
Uno dei close che si trova qui in zona è Sugarhouse Close.
Come potete già immaginare, originariamente di proprietà del Conte di Dunkeld, tra il 1752 e il 1824, ospitava una raffineria di zucchero.
La prima fabbrica di zucchero fu distrutta da un incendio nel 1800, ma David Jardine & Co. ricostruì l’edificio e continuò l’attività.
Ora è pieno di alloggi per studenti.
Huntley House / The Museum of Edinburgh
Il Museo di Edimburgo, il principale museo storico della città si trova nella Huntly House, nota anche come “Speaking House” per via delle varie iscrizioni latine all’esterno.
Il nome “Huntley”, invece, deriva probabilmente da George, 1º Marchese di Huntley, che vi soggiornò per un breve periodo nel 1636.
La parte originale dell’edificio risale al XVI secolo, sebbene sia stata successivamente ampliata nel XVII e XVIII secolo.
Il museo, che ripercorre la storia della capitale scozzese dalla preistoria ai giorni nostri, ospita una serie di affascinanti reperti. Tra questi il Patto nazionale scozzese, firmato a Greyfriars Kirk nel 1638 dai difensori della fede presbiteriana, e il colletto e la ciotola di Greyfriars Bobby.
L’ingresso, come la stragrande maggioranza dei musei ad Edimbugo e, in genere, in tutta la Scozia, è gratuito.
Bakehouse Close
A Canongate si trova uno dei closes forse meglio conservati della Old Town, Bakehouse Close.
Entrare in questo vicolo può offrire un’ idea realistica di come doveva essere vivere ad Edimburgo nei secoli passati.
Sebbene la struttura nel tempo abbia subito inevitabili modifiche, l’arco di ingresso è ancora quello del 1570.
Non è certo casuale che Bakehouse Close che sia sto scelto per girare diverse scene della terza stagione di Outlander.
E’ qui che si trova la sede della tipografia di Alexander Malcolm, dove vediamo Claire riunirsi con Jamie dopo anni di separazione.
Dunbar’s Close
Lo sapete che lungo il Royal Mile, dietro close, winds e court, si nascono dei meravigliosi giardini segreti?
Uno sicuramente dei più belli e di cui ci siamo innamorati è Dunbar’s Close.
Deve il suo nome a David Dunbar, uno scrittore di Edimburgo che possedeva diversi appartamenti nelle vicinanze.
Lì in zona si trovava pure la cantina di ostriche della signora Love e pare che nel 1786 l’abbia frequenata anche Robert Burns, che non disdegnava certo, il buon cibo, il vino e le belle donne.
Il close si apre su un giardino bellissimo in stile seicentesco , che offre una vista spettacolare su Calton Hill.
Il giardino è stato donato alla città nel 1978 dal Mushroom Trust, un ente di beneficenza scozzese che sostiene la creazione e le migliorie di spazi versi negli ambienti urbani.
Se è una bella giornata, portate con voi un libro/giornale e sedetivi in una delle panchine come fanno anche i cittadini di Edimburgo.
Panmure Close
Panmure House, la residenza cittadina del giacobita Conte di Panmure, in precedenza era accessibile proprio da questo close.
Oggi è privato e alla proprietà si accede attraverso Little Lochend Close che è un pò più avanti.
Adam Smith vi abitò per 12 anni dal 1778 al 1790.
Qui tra il 1932 e il 1965 aveva sede la fabbrica di papaveri di Edimburgo di Lady Haig, che produceva i celebri papaveri di carta rossi per commemorare i caduti in guerra della Gran Bretagna.
Ecco spiegata la ragione di quei papaveri rossi sul cancello.
Reids’ Court e Canongate Manse
Reids’ Court, che era nota un tempo anche come Haddington’s Entry, deve il nome a Andrew Reid, un birraio locale.
Qui si trovava la residenza di Sir John Nisbet di Dirlinton, che come George Mackenzie era uno zelante persecutore dei Covenanters.
Canongate Manse, invece, era una c.d. locanda di posta che aveva la funzione di dare vitto e alloggio ai viaggiatori in carrozza.
Restaurata nel 1958, è oggi la residenza del Ministro della Canongate Kirk.
Golfer’s Land
Questa targa in bronzo, che trova vicino ad un pub del Canongate, commemora un edificio noto come Golfer’s Land.
Ed è tutto ciò che resta della casa di proprietà di John Paterson, un calzolaio di professione e un golfista di enorme talento.
La storia vuole che lo swing di Paterson fosse così famoso che questi fu convocato dal duca di York (in seguito Giacomo VII) a Holyroodhouse, per risolvere una disputa con due nobili inglesi che sostenevano che il golf era un gioco inglese.
Il buon duca fece coppia con il calzolaio, in una partita a quattro che si svolse nelle vicinanze di Leith per battere gli arroganti inglesi.
La coppia alla fine vinse la partita.
E Paterson, che aveva contribuito in modo sostanziale alla vittoria, venne ben ricompensato.
Con la somma donata fu in grado di finanziare la costruzione della sua nuova casa, conosciuta appunto come Golfer’s Land.
Sebbene oggi la casa originale di Paterson non esista più, tutt’oggi si può ancora osservare la targa e lo stemma che ne conserva ai posteri il ricordo.
Quensberry House
La Queensberry House, costruita intorno al 1667, fa ora parte del complesso del nuovo Parlamento scozzese.
L’edificio era una volta la casa di James Douglas, secondo duca di Queensberry, che era il Commissario della regina in Parlamento.
Si tratta di un personaggio scozzese particolarmente odiato.
Viene, infatti, ricordato per essersi lasciato corrompere e aver accettato la somma circa £ 12.000, una cifra enorme per quell’epoca, per ottenere il sostegno alla firma del Trattato dell’Unione con l’Inghiltera.
Ma non solo. C’è un altro episodio cui è legata la sua “fama”.
Si racconta che il giorno stesso in cui venne firmato il Trattato di Unione, a Queensberry House si sarebbe verificato un incidente inquietante
Il secondo figlio di James, il Conte di Drumlanrig, un essere pazzo e deforme dalla nascita, sarebbe riuscito in qualche modo a sfuggire dalla stanza in cui era rinchiuso, approfittando della confusione e delle proteste causate dalla firma del trattato.
Quando la famiglia fece ritorno a casa, si trovò di fronte ad una scena orribile.
Drumlanrig fu trovato in cucina intento a mangiare un giovane servo che aveva arrostito allo spiedo.
Tutt’oggi si dice che l’edificio sia perseguitato dal fantasma del povero malcapitato.
Campbell’s Close
Campbell’s Close racchiude alcune alcuni degli edifici più antichi del borgo di Canongate.
Precedentemente chiamato Rae’s Close, prende il nome da George Campbell, un commerciante che nel 1682 possedeva un palazzo sul lato nord.
Nel diciottesimo secolo, il close ospitò Arthur Ross, arcivescovo di St. Andrews, e sia il tredicesimo che il quattordicesimo Conte di Morton.
Clarinda’s Tea Room
Sentite la necessità di fare uno spuntino?
Niente di meglio che una sosta da Clarinda’s, una deliziosa tea room che vi ruberà sicuramente il cuore.
La trovate subito dopo Campbell’s Close, su cui peraltro si affacciano le sue finestre.
ll nome Clarinda è molto probabilmente un omaggio ad Agnes Maclehoose, la donna di cui Robert Burns si innamorò.
Non si sa esattamente se ebbero mai una vera e propria relazione, visto che la donna era sposata.
Ciò che è certo è che si scambiarono diverse lettere utilizzando, per preservare la reputazione della donna, gli pseudonimi di Clarinda (McLehose) e Sylvander (Burns).
Sono molte le canzoni e poesie che Burns le dedicò. Tra queste c’è pure “Ae Fond Kiss” che è ampiamente considerata come una delle canzoni d’amore più belle, ma più tristi, mai scritte.
Dopo la sua morte nel 1841 (circa 35 anni dopo Burns), la donna fu sepolta nel cimitero di Canongate.
La tomba, che si trova sul lato est del cimitero, è contrassegnato da una targa, sotto la quale appare la semplice iscrizione “Clarinda”.
White Horse Close
Senza timore di essere smentiti, White Horse Close è senza dubbio uno dei close più affascinanti di Edimburgo.
Vi basterà solo attraversare il portone d’ingresso, che peraltro rischia spesso di passare inosservato agli occhi dei turisti, per essere catapultati indietro nel tempo.
Gli edifici, che furono oggetto di un importante restauro nel 1962, risalgono infatti al lontano 1623.
Conosciuto una volta anche come Davidson’s Close e Laurence Ord’s Close, l’attuale nome del close si deve a quello di una famosa locanda, spesso utilizzata per la sosta delle carrozze, che si trovava proprio qui.
E che, a sua volta, era stata ribatezzata così, perchè sempre qui, vicino all’ingresso del palazzo reale, veniva ricoverato il cavallo bianco di proprietà di Mary Queen di Scozia.
Durante la ribellione del 1745, inoltre, l’ex locanda fu sede degli ufficiali giacobiti di Bonnie Prince Charlie, quando il Giovane Pretendente arrivò ad Edimburgo.
Parlamento scozzese
Dal 2004, il Parlamento scozzese ha sede in un edificio originale e moderno, di fronte al Palazzo di Holyroodhouse.
L’edificio, progettato dall’architetto catalano Enric Miralles, è costituito da una serie di edifici a forma di foglie, con un’ala coperta di piante.
Sebbene dipenda Londra, è qui che si riunisce il Congresso scozzese.
L’ingresso all’edificio è completamente gratuito.
Al piano terra c’è una mostra che racconta la storia del parlamento scozzese.
Salite le scale (o prendendo l’ascensore) si raggiunge la Camera dei dibattiti, una bellissima sala di vetro e legno, a forma di semicerchio, dove il parlamento si riunisce durante le sessioni pubbliche.
Our Dynamic Earth
Nascosta dietro il Parlamento Scozzese, a pochi passi dal Royal Mile, si trova anche Our Dynamic Earth.
Questa attrazione interattiva offre la possibilità di ripercorrere tutta la storia del nostro pianeta, attraverso un viaggio geologico nel tempo, dal big bang fino ai giorni nostri.
Inaugurata nel 1999, presenta una struttura architettonica insolita.
Con un tensio-struttura montata su pali d’acciaio, la copertura ha l’aspetto di un enorme armadillo bianco che sorge sui resti di un ex birrificio.
All’interno, si può provare l’esperienza di un vulcano in eruzione, di trovarsi a faccia a faccia con un dinosauro, di provare un volo simulato sulle regioni polari e dozzine di altri schermi interattivi.
The Old Girth Cross
Questo cerchio di pietre lastricate che potete vedere sul manto stradale, vicino alle strisce pedonali accanto al Parlmento scozzese, indica il sito della Girth Cross.
Era la croce che un tempo segnava il limite occidentale del Girth of Holyrood, “il più grande santuario della Scozia e l’ultimo a scomparire”.
Assieme alla St. John’s Cross, posta all’estremità occidentale di Canongate, e la Canongate Mercat Cross , era una delle tre croci costruite a Canongate.
Si trattava di fatto di una sorta di palco che serviva per proclami pubblici, attività civili e commerciali, nonché per esecuzioni.
E’ qui, ad esempio, che nel luglio del 1600, ebbe lugo una delle esecuzioni più famose, quella della giovane e bella Lady Warriston.
Era stata condannata per l’omicidio di suo marito, John Kincaid di Warriston, e fu decapitata dalla “Fanciulla”, un tipo di ghigliottina che all’epoca veniva usata in Scozia.
La trovate ancora oggi esposta al National Museum of Scotland.
Si ritiene che la “croce” sia stata rimossa quanda la strada venne pavimentata per la prima volta.
6. Abbey Strand
Coraggio che siamo ormai quasi arrivati alla fine!!!
L’ultima parte del Royal Mile, Abbey Strand, prende il nome di Strand da un piccolo fiume che un tempo scorreva in quest’area.
Comprende Holyrood Abbey (da cui prende l’altro “pezzo” di nome), Holyrood Palace e tutto il parco circostante.
Qui, inoltre, si trovano gli edifici dove abitavano gli “Abbey Lairds” di cui vi parleremo tra poco.
Holyrood Palace
Il palazzo di Holyroodhouse, noto anche come Holyrood Palace, è il palazzo ufficiale della monarchia britannica in Scozia dal XVI secolo.
L’edificio ove culmina il Royal Mile, si trova all’estremità opposta del Castello di Edimburgo.
La regina Elisabetta di solito rimane nel palazzo, che è la sua residenza principale nel paese, in occasione della “Settimana dell’Holyrood”, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio.
Le origini del palazzo Holyroodhouse risiedono nella fondazione di un’abbazia agostiniana nel 1128 da parte del re David I.
Nel XVI secolo, il re Giacomo IV decise di trasformare il luogo in un palazzo.
Il suo successore, James V, apportò diverse estensioni e miglioramenti.
Ma la fama del reale edificio si deve al fatto di essere stato, per sei turbolenti anni dal 1561 al 1567, la dimora della sfortunata Regina Maria Stuart.
E’ in una delle sale del palazzo che, nel 1566, con 56 pugnalate fu ucciso da un gruppo di cospiratori, tra cui il geloso consorte della regina Lord Darnley, David Rizzio, il segretario personale di Maria sospettato di essere il suo amante.
Una targa in ottone appesa alla parete fa notare sul pavimento di legno quelle che sono ritenute essere macchie di sangue.
Holyrood Abbey
Accanto al palazzo si ergono le suggestive rovine di Holyrood Abbey.
E’ un’abbazia fondata dai monaci agostiniani nel 1128 per ordine del re David I di Scozia e dove per secoli vennero celebrate incoronazioni e matrimoni reali.
Il suo nome deriva da “rood”, un’antica parola inglese che indicava la croce su cui fu crocifisso Gesù. “Holyrood” significa, dunque, “santa croce”.
La leggenda narra che nel 1127, mentre stava cacciando nei boschi ad est di Edimburgo, re David I fu sorpreso da un cervo e cadde da cavallo.
Non è molto chiaro se il monarca si salvò dall’essere incornato dall’animale grazie all’apparizione miracolosa di una croce sacra che scendeva dal cielo o da un riflesso del sole a forma di crocifisso che presto apparve tra le corna del cervo mentre il re tentava di afferrarle per difendersi.
Fatto sta che per ringraziare per la sua salvezza, l’anno successivo David I fondò l’Abbazia di Holyrood nello stesso posto.
Dell’edificio originale rimangono solo il portale, una delle due torri d’ingresso e la navata destra, con resti di pietre tombali.
Passando sotto una grande finestra, si raggiungono i giardini, da dove si può vedere Holyrood Park, la secolare riserva di caccia dei sovrani.
Queen’s Gallery
Conosciuta con il nome di Queen’s Gallery, è una galleria d’arte che fa parte del complesso di Holyroodhouse ed è stata aperta nel 2002 dalla regina Elisabetta.
Espone opere di proprietà della Royal Collection.
Queen Mary’s Bath House
Risalente al XVI secolo la Bath House della Regina Maria è un edificio insolito, situato in angolo isolato, sul retro del parco di Holyrood Palace.
Nonostante il nome e la leggenda narri che la Mary Stuart facesse qui il bagno immersa nel vino bianco, sembra non sia mai stato un bagno nè per la Regina nè per nessun altro, ma semplicemente una casa estiva nel giardino del palazzo.
Quello che si sa per certo è che questa struttura faceva parte di una massiccia cinta muraria che circondava il giardino privato del re e i campi da tennis.
Questo lo renderebbe, con ogni probabilità, il più antico padiglione di tennis sopravvissuto al mondo.
Altre teorie ipotizzano che fosse una colombaia o che l’edificio venisse utilizzato per qualche banchetto.
Sebbene tutto intorno sia stato demolito, questa struttura è stata riparata e restaurta nel 1852.
La trovate alla sinistra del palazzo di Holyrood.
C’è un accesso all’interno, ma può essere visto pure dall’esterno.
The Sanctuary Stones
Ai piedi del Royal Mile di Edimburgo, proprio vicino all’ingresso di Holyrood Palace, tra l’incrocio di Horse Wynd e Abbey Strand, c’è una fila di tre lettere in ottone “S” nascoste tra i ciottoli.
Queste lettere luccicanti, dette anche Sanctuary Stones, servivano a segnare il confine di un’area di cinque miglia, un tempo conosciuta dai bisognosi come Abbey Sanctuary.
Coloro che cercavano riparo e chiedevano asilo erano principalmente debitori in cerca di rifugio dai loro creditori, ed erano conosciuti scherzosamente dai locali come “Abbey Lairds”.
Alcuni di questi edifici dove vivevano sono ancora visibili ad Abbey Strand.
È interessante notare che, poiché la domenica in Scozia non erano consentiti procedimenti legali, i richiedenti asilo potevano lasciare la zona del Santuario per 24 ore dalla mezzanotte di ogni sabato sera.
Nel 1880 fu approvata una legge che stabiliva che i debitori non potevano più essere gettati in prigione.
Da quel momento, il santuario cessò di esistere perchè ormai divenuto inutile.
Arthur’s Seat e Salisbury Crags
All’interno di Holyrood Park, che copre un’estensione di circa 260 ettari di terreno si trovano, Arthur’s Seat e i Salisbury Crags.
Non fanno ufficialmente parte del Royal Mile, ma dominano dall’alto Abbey Strand e difficilmente passano inosservati.
Arthur’s Seat, un vulcano estinto da 350 milioni di anni, è la cima principale ed è il punto più alto di Edimburgo, da cui si godono magnifiche viste sulla città.
Se, invece, cercate una salita più facile e veloce potete optare per i Salisbury Crags.
Sono una serie di ripide scogliere rosse che circondano e si innalzano su Holyroodhouse Palace, e cui si arriva percorrendo un sentiero accidentato noto come Radical Road.
Questa strada rende il nome dalla c.d. Guerra Radicale del 1820, che scoppiò quando migliaia di lavoratori, per lo più tessitori di Glasgow e dell’ovest della Scozia, organizzarono proteste e scioperi di massa contro le pessime condizioni di lavoro e i salari.
L’insurrezione fu spietatamente soffocata dalle truppe governative e i tessitori, su suggerimento di Sir Walter Scott, furono messi a costruire la strada che conduce ai Salisbury Crags.
Siamo finalmente giunti al termine di questo lungo articolo. Se conosci altri luoghi, curiosità o attrazioni che si trovano lungo il Royal Mile di Edimburgo non esitare a segnarcelo e a lasciarci un commento.
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1 commento
Credo anch’io sia davvero una delle strade più eleganti e belle del mondo! Non sapevo però né che si fosse formata in seguito all’accumulo dei detriti vulcanici, né conoscevo l’unità di misura del miglio scozzese. Articolo molto interessante 🙂